Anche il settore postale non potrà che giovarsi dalla scomparsa dell’embargo. Perché, persino in questo ambito, le ripercussioni sono state pesanti. Le ha descritte in un articolo Mohammed Dhia, collezionista irakeno di Baghdad, che “La voce del Cifr” ha recentemente pubblicato. “Durante questo lungo periodo- svela Dhia- le autorità postali irachene hanno dovuto lavorare alacremente per mantenere funzionanti i servizi e assicurare la disponibilità di francobolli nei punti vendita. Per fare fronte alle continue fluttuazioni dei prezzi causate dall'inflazione, effetto diretto dell'embargo e delle altre sanzioni, sono state costrette a sovrastampare moltissimi francobolli con nuovi valori, naturalmente di importo superiore. Va poi aggiunto che molte operazioni di perforazione, sovrastampa o cambio valore sono effettuate localmente con bassi standard qualitativi e senza mai preoccuparsi della quantità”. E aggiunge: “Il primo risultato, per noi filatelisti, è che non sempre si riescono ad ottenere partite di francobolli tali da soddisfare la nostra domanda o una facile reperibilità. La tiratura di ciascun tipo di sovrastampa varia secondo le giacenze di ogni specifico taglio alla posta centrale di Baghdad, senza preoccuparsi di quante e differenti denominazioni sono state attribuite allo stesso francobollo in precedenza, via via che l'inflazione colpiva con la sua mannaia”. L’Irak ha nel passato emesso alcune cartevalori per protestare contro l’embargo.
Irak - Tolto l’embargo, aperte le strade della normalizzazione
22 Mag 2003 23:30 - FROM ABROAD