“Il 6 ottobre 1975 i membri della comunità gay si riunirono in una casa privata a Tel Aviv. Decisero che, dopo anni vissuti nella paura e nascosti sotto la minaccia di reclusione o violenza, fosse l’ora di riunire i vari gruppi e creare un’associazione per promuovere uno spazio sicuro in favore di tutti i membri della comunità Lgbtq in Israele”. Lo spiega ora il rappresentante di Aguda, un’associazione per l’eguaglianza, Ran Shalhavi.
Da quello storico incontro, l’azione politica ha portato nel 1988 ad abrogare il divieto di relazioni omosessuali ancora contemplato dal Codice penale, a una maggiore consapevolezza in tema di prevenzione dell’aids, alla lotta contro i luoghi comuni. Gli eventi del “Gay pride”, iniziati nel 1993, si svolgono attualmente in diverse città del Paese, con decine di migliaia di persone a Gerusalemme e centinaia di migliaia a Tel Aviv. Le proteste sociali che promuovono l’uguaglianza di genere e l’accettazione dell’altro, opponendosi alle discriminazioni nelle leggi sull’adozione, sulla maternità surrogata, sui diritti dei genitori, sul lavoro e sulla registrazione dei matrimoni, hanno portato a molte vittorie legali. Tutto ciò, così come l’impegno contro la fobia in generale, ha contribuito a far sì che la comunità raggiungesse il suo legittimo posto nella società nazionale, di cui è diventata parte integrante.
Uno dei riconoscimenti raggiunti è il francobollo simbolico emesso il 28 giugno: da 8,30 shekel, porta il nome di Zvika Roitman.