Niente sorprese organizzative per i volumi che l’Unificato dedica all’Europa Occidentale. Come la precedente edizione, uscita nel 2010, l’opera viene suddivisa in cinque tomi, acquistabili singolarmente a 33,00 euro l’uno indipendentemente dallo sviluppo, che va dalle 256 alle 424 pagine illustrate a colori.
Nell’ordine, offrono: 1) Andorra (Francese e Spagnola), Austria, Belgio, Cipro, Danimarca (e Faeroer), Finlandia (e Aland); 2) Francia, Gibilterra, Regno Unito (con Guernsey, Alderney, Jersey e Man); 3) Germania completa; 4) Groenlandia, Eire, Islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Nazioni Unite (tutti gli uffici), Norvegia; 5) Paesi Bassi, Portogallo (con Azzorre e Madera), Spagna, Svezia, Svizzera.
Ogni Stato è aggiornato al dicembre 2011. A livello editoriale, per il Regno Unito sono stati aggiunti, in calce alle relative serie, i richiami ai fogli “Smilers” ed ai libretti, di prestigio compresi.
Com’è, in generale, il mercato della filatelia ora? “Sicuramente migliore di altri più importanti e vitali del nostro”, risponde l’amministratore delegato della stessa Cif, Igino Lottini, in questa intervista a “Vaccari news”. “Ricordiamoci sempre che la filatelia è principalmente un hobby, pur tuttavia, in questo particolare periodo economico, ottiene risultati migliori di altre forme tradizionali d’investimento. Sottolineerei, inoltre, che si nota un certo risveglio collezionistico, dovuto anche alla peculiarità distensiva e di relax della filatelia, oggi necessaria per dimenticare tanti problemi”.
E per i Paesi toccati dai cinque volumi? “Per queste collezioni, il mercato riserva sempre una particolare attenzione; non si rilevano, quindi, ridimensionamenti nelle quotazioni, anzi ci sono settori che addirittura hanno incrementato il loro valore, dovuto all’aumento della domanda. Accade, ad esempio, per il Regno Unito”.
Anche questa edizione manterrà periodicità biennale? “Sì. La decisione è scaturita da una precisa strategia editoriale che ha visto, lo scorso anno, la nascita della rivista «L’arte del francobollo», nella quale, mensilmente, vengono pubblicati gli aggiornamenti ai Paesi europei e di tutto il mondo. I collezionisti possono, così, tenersi aggiornati in un momento in cui i prezzi dei francobolli classici non necessitano di variazioni annuali”.
Confrontando l’edizione 2012 a quella del 2010, c’è stato uno sviluppo di 88 pagine, salendo da 1.784 a 1.872. Come pensa di difendersi l’Unificato dalla continua crescita delle novità? “Abbiamo valutato attentamente l’incremento delle nuove emissioni, e per questo motivo già da tre edizioni abbiamo rivisto la composizione dei volumi che, così suddivisi (complessivamente, sono otto), ci consentiranno di pubblicare ancora diverse edizioni senza avere problemi di rilegatura e senza perdere la praticità nella consultazione. Certo, i maggiori costi non possono essere scaricati completamente sul prezzo di copertina (come del resto avviene già ora), quindi per noi sarà sempre più difficile conciliare il tutto. Ci inventeremo qualcosa: possiamo solo utilizzare la fantasia imprenditoriale, speriamo non ci abbandoni”.
Ci sarà spazio, nel prossimo futuro, per repertoriare altre realtà europee, ad esempio l’Ungheria? “Da qualche anno abbiamo inserito nella programmazione la catalogazione dei Paesi europei mancanti, compatibilmente tuttavia con le risposte del mercato a nostre precise esigenze editoriali. Risposte non ne abbiamo avute, in più si è aggiunta questa congiuntura nazionale che complica ancor più le cose. Infine, vorrei sottolineare che in filatelia la frase sempre più spesso aleggiante è: «armiamoci e partite». L’Unificato è già partito troppe volte da solo! Comunque, il progetto di allargamento della catalogazione per ora non è stato accantonato”.