Come si chiamava il comandante della feluca che il 5 settembre 1720 salpò da Palermo per Napoli? Che tipo di imbarcazione era quella che il 13 settembre 1819 coprì la tratta tra Lipari e Messina? Quali risultavano le tempistiche registrate da un vapore in servizio tra Marsiglia e Malta che nel 1848 transitava per i principali porti d’Italia?
A queste ed a molte altre domande può dare una risposta il “Catalogo postale marittimo” firmato da Vincenzo Fardella de Quernfort (Ducezio edizioni, 100,00 euro). In 540 pagine “A4” con illustrazioni a colori (numerose riguardano documenti spediti), affronta il tema -lo indica il sottotitolo- dai velieri del XIV secolo ai piroscafi del XIX fra la Sicilia ed i porti del Tirreno e del Mediterraneo. Lo scopo è mettere i collezionisti nelle condizioni di rilevare i nomi dei mezzi e dei relativi responsabili che eseguirono lo spostamento di una specifica missiva.
“Le prime notizie, certamente attendibili, sul trasporto della corrispondenza per via marittima fra la Sicilia e i porti mediterranei possono datarsi al secolo XI”, spiega l’autore. “L’irregolarità nella durata dei viaggi e il timore di incidenti costringeva i mercanti a moltiplicare i messaggi: una lettera col medesimo contenuto veniva scritta e spedita con diversi corrieri, o affidata a diversi capitani o viaggiatori, con l’augurio che almeno una di esse giungesse al destinatario”. Occorse tempo affinché il servizio venisse strutturato, ma già tra il XIV ed il XVIII secolo nell’area operava “un gran numero di velieri di varia nazionalità” e spesso l’appellativo della nave e quello del suo comandante erano indicati nel testo della missiva. Per avere il primo servizio postale via acqua tra Napoli e Palermo bisognò attendere il 1686, quando furono destinati due vascelli a vela, adibiti principalmente al trasporto della corrispondenza governativa. Ancora a metà Ottocento, i dispacci con l’estero erano trattati dai vapori francesi.