daily news magazine
editor Fabio Bonacina

27912 news from 8/3/2003

La mostra ospitata al Vittoriano fino al 30 novembre. Fra i reperti, alcuni dei messaggi lasciati dalle vittime dopo l’arresto

Il messaggio consegnato dai tedeschi agli ebrei del ghetto: avevano venti minuti per prepararsi e lasciare la propria casa (archivio privato Renato Di Veroli)
Il messaggio consegnato dai tedeschi agli ebrei del ghetto: avevano venti minuti per prepararsi e lasciare la propria casa (archivio privato Renato Di Veroli)

Nella galleria marcofila che ricorda i fatti bellici del 1943 settant’anni dopo, manca un importante quanto tragico episodio, registrato il 16 ottobre: il rastrellamento del ghetto della capitale, il più grande fra quelli perpetrati nello Stivale. Nessuno ha richiesto un annullo per rammentare le persone arrestate, 1.022 delle quali poi deportate ad Auschwitz-Birkenau (ne tornarono 17).

Una forte testimonianza postale, tuttavia, è presente alla mostra “16 Ottobre 1943. La razzia degli ebrei di Roma”, ospitata sino al 30 novembre al Vittoriano. Ad ingresso libero, la rassegna è aperta tutti i giorni nella fascia 9.30-18.30 (venerdì, sabato e domenica 9.30-19.30; l’accesso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura).

Accanto al messaggio consegnato dai tedeschi che avvertiva i malcapitati di lasciare la propria casa entro venti minuti, nelle teche compaiono numerose corrispondenze riguardanti le avvisaglie. C’è chi domanda il brevetto per aver partecipato alla “Marcia su Roma” così da dimostrare la propria fedeltà al regime, chi -straniero- chiede il permesso di restare in Italia, chi cita quanto sta accadendo in altri Paesi. Ancora, ecco le denunce perpetrate subito dopo il saccheggio ma rimaste lettera morta, i fonogrammi amministrativi che si limitano a registrare supinamente i fatti, le segnalazioni ai danni di quanti si nascondono… E poi, i telegrammi spediti dai nazisti (e in qualche caso intercettati dagli avversari) in cui si accenna al destino delle persone piuttosto che dell’oro sequestrato. Le testimonianze più drammatiche, però, sono altre: quelle, poche, uscite dai campi di concentramento ma soprattutto i bigliettini scritti dopo l’arresto e magari lanciati dai vagoni piombati che portavano le persone verso la morte, sperando che qualcuno li raccogliesse e li facesse avere alla famiglia.

Rimasero rinchiusi nel Collegio militare di via della Lungara per due giorni, nel corso dei quali vennero rilasciate 252 persone, dopo una selezione effettuata per escludere i non ebrei, gli stranieri protetti, i cosiddetti “misti” ed i coniugi di matrimonio misto. Il 18 ottobre, gli altri furono deportati: il convoglio, partito dalla stazione Tiburtina, giunse a destinazione il 23.

Curata dal direttore della Fondazione Museo della Shoah Marcello Pezzetti, “è la prima mostra che descrive in modo esauriente i drammatici eventi di quei giorni, fondamentali per la coscienza e la conoscenza della storia recente di Roma”. Tra gli altri reperti, le fotografie di coloro che compirono l’operazione, quelle di 300 fra le vittime, le testimonianze audiovisive di chi fu coinvolto, i disegni originali di Aldo Gay (il pittore ebreo che, mentre fuggiva, disegnò in condizioni impossibili e in modo estemporaneo tutto quello che stava vivendo e vedendo), i tentativi degli scampati di mettersi in salvo aiutati dalla popolazione non ebraica, da istituti religiosi o da altre organizzazioni. Senza trascurare gli arresti successivi, realizzati con modalità diverse e anche dalla Polizia italiana, il difficile ritorno dei sopravvissuti ai campi, la ricerca dei dispersi.

Per non dimenticare.

Comunicazione drammatica di una persona arrestata: Silvia Sermoneta, durante la permanenza al Collegio militare, scrisse “Prego chi avrà in mano questo biglietto di recapitarlo subito che (è) un caso pietoso per un malato grave”. Il riferimento è al marito Laudadio Di Nepi, il quale perirà in treno durante la deportazione. Segue una lista di oggetti necessari: “Dobbiamo fare un lungo viaggio e abbiamo bisogno urgente. Se Lei non mi aiuta si muore in viaggio” (archivio Manoela Pavoncello). E comunicazione burocratica, emanata dalla struttura amministrativa italiana: il 18 ottobre la Questura di Roma informa il ministero all’Interno della partenza del treno contenente circa mille persone tra uomini, donne e bambini. Il fonogramma segnala che non è avvenuto “nessun incidente” (Archivio centrale dello stato, Roma)
Comunicazione drammatica di una persona arrestata: Silvia Sermoneta, durante la permanenza al Collegio militare, scrisse “Prego chi avrà in mano questo biglietto di recapitarlo subito che (è) un caso pietoso per un malato grave”. Il riferimento è al marito Laudadio Di Nepi, il quale perirà in treno durante la deportazione. Segue una lista di oggetti necessari: “Dobbiamo fare un lungo viaggio e abbiamo bisogno urgente. Se Lei non mi aiuta si muore in viaggio” (archivio Manoela Pavoncello). E comunicazione burocratica, emanata dalla struttura amministrativa italiana: il 18 ottobre la Questura di Roma informa il ministero all’Interno della partenza del treno contenente circa mille persone tra uomini, donne e bambini. Il fonogramma segnala che non è avvenuto “nessun incidente” (Archivio centrale dello stato, Roma)



Copyright © 2024 - 2003 Vaccari srl
tutti i diritti riservati
realizzato a partire dal mese di marzo 2003
registrazione Tribunale di Modena n.1854 del 4 dicembre 2007
direttore responsabile Fabio Bonacina
responsabile editoriale Valeria Vaccari
redazione e ufficio stampa Claudia Zanetti
Vaccari srl - Via M. Buonarroti, 46
41058 Vignola (MO) - Italy
Tel (+39) 059.77.12.51 - (+39) 059.76.41.06
Fax (+39) 059.760157
Cap.Soc. euro 100.000 i.v.
Registro delle Imprese di Modena n. 01917080366
P.IVA IT-01917080366
Il programma per la gestione di Vaccari news è stato appositamente creato e reso funzionante da fabioferrero.it.
Tutto il contenuto di questo sito, incluse le pagine html e le immagini, è protetto da copyright. In caso di pubblicazione e/o riferimenti si prega di citare sempre la fonte e di avvisare la redazione: info@vaccari.it
Vaccari srl non si ritiene responsabile di eventuali errori di collegamento nei link proposti, che vengono verificati solo all'atto dell'inserimento. Sarà gradita la comunicazione di eventuali cambiamenti per poter aggiornare i dati.