Postale è già il titolo del romanzo, “Ritorno al mittente”, destinato ad un pubblico di almeno dieci anni di età (58 pagine a colori, 10,00 euro). E postale è la copertina, dove su una busta campeggiano il 50 centesimi “Imperiale”, al debutto con il 21 aprile 1929, e l’1,25 lire per le spedizioni espresso, risalente al 2 settembre 1932. Scelta utile a datare la storia, poiché è ambientata durante la Seconda guerra mondiale, per la precisione a Torino nel 1945.
I soldati tedeschi hanno occupato il Paese e chi tra i commilitoni italiani si rifiuta di combattere al loro fianco è considerato prigioniero di guerra. Molti uomini sono fuggiti, altri si nascondono nelle campagne e insieme alla popolazione civile si organizzano in brigate partigiane per cacciare il nemico e favorire l’avanzata degli alleati. Mariolino ha quasi sette anni e non sa ancora tante cose. Sa però che c’è il conflitto, che suo padre è lontano, che a sua madre i militari fanno paura e che i nazisti hanno preso il loro amico Domenico.
La Resistenza, la fine della ostilità e la Liberazione sono raccontate come un’istantanea in bianco e nero. “Una lettera d’addio -è la sottolineatura- che non ci sarà più bisogno di spedire”.
A scriverlo per Lapis, azienda specializzata nel pubblico più giovane, è Guido Quarzo, che vive e lavora nella città piemontese. Laureato in Pedagogia, ha operato per molti anni nella scuola elementare come insegnante e formatore. Si è occupato di teatro per ragazzi scrivendo testi, organizzando laboratori e spettacoli. Ha iniziato a pubblicare nel 1989, collaborando con Giunti, Salani, Piemme, Sinnos, Nuove edizioni romane.
Le illustrazioni sono di Lorenzo Terranera.