Il “Ventennio” letto attraverso uno specifico mezzo postale, ossia le affrancature meccaniche. È il lavoro presentato da Francesco Grandinetti e Francesco Riboldi sotto il titolo “Le «rosse» in camicia nera” .
Si tratta –spiegano gli stessi autori- di una analisi storico-politico-sociale del periodo fascista, letta da due appassionati di storia postale.
L’esame delle impronte oggi conservate permette di ricostruire tutti gli assestamenti tecnici dei primi tempi- in Italia le affrancature meccaniche vennero introdotte con un decreto del 1926- ma non solo.
Le 110 pagine dello studio evidenziano aspetti che vanno oltre i temi strettamente postali. Come la “fascistizzazione” degli enti e più in generale della società, l’impiego obbligatorio dell’era fascista, gli “scalpellamenti” (ossia l’epurazione dei simboli del regime dopo la sua caduta), l’iconografia in parte rinnovata durante la Repubblica sociale, i risvolti nelle Colonie e così via.
Nella presentazione Nino Barberis definisce l’approccio “praticamente inesplorato”; per questo potranno sempre aggiungersi ulteriori scoperte a quello che comunque considera un “risultato eccellente sotto tutti gli aspetti”.