La “nuova lettura di una delle opere più famose e affascinanti della storia dell’arte”. È quanto viene proposto, per il 19 dicembre alle ore 18.15, presso l’auditorium “San Fedele” di piazza San Fedele 4 a Milano (ingresso libero). Protagonista è l’olio di Leonardo da Vinci, realizzato su tavola e poi portato su tela, con la “Vergine delle rocce”, nella versione databile tra il 1483 ed il 1485 ed ora conservata al parigino Louvre (una seconda, parzialmente diversa e risalente al 1495-1508, si trova alla National gallery di Londra). Nella scena, forse ispirata ai Vangeli apocrifi, figurano il piccolo Giovanni (a sinistra in atto di pregare) e Gesù, protetti da Maria; si aggiunge un angelo. I personaggi appaiono inseriti in una natura incombente: secondo alcuni specialisti, tale aspetto rivelerebbe un interesse più avanti sviluppato negli scritti. È proprio il dipinto che l’Italia postale trasformò, per intervento dell’incisore Carlo Grimaldi, nel francobollo da 60 lire emesso il 31 dicembre 1952, così da ricordare il personaggio toscano nel mezzo millennio dalla nascita. Francobollo ora tra i protagonisti del piccolo allestimento esemplificativo al Museo della zecca di Roma. Tornando all’appuntamento meneghino, viene offerta l’occasione per affrontare una domanda relativa al lavoro: cosa indica la mano dell’angelo? Il Battista? In realtà, si riferirebbe al grembo della Madonna, “la vera grotta della Redenzione. È questo il luogo della Rivelazione”. A parlarne sarà il gesuita, critico e storico dell’arte Andrea Dall’Asta; suo è il libro “La mano dell’angelo”, firmato Àncora editrice (88 pagine, 17,00 euro). Egli “propone un’interpretazione innovativa”, partendo con il dettaglio dell’arto, apparentemente sfuggito a decine di commentatori.
Leonardo e la mano dell’angelo
16 Dic 2019 10:39 - APPOINTMENTS
A Milano il 19 dicembre l’approfondimento sul dipinto che propone la “Vergine delle rocce”. Relatore, il gesuita, critico e storico dell’arte Andrea Dall’Asta