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editor Fabio Bonacina

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Milano - La mostra allestita a palazzo Reale lo propone nel “Trittico delle tentazioni di sant’Antonio”; poco distante, un’altra figura è intenta a leggere… L’opera citata il 30 maggio 2016 da un foglietto di Portogallo

Non c’è solo quello imparato a scuola. Lo si scopre visitando, a Milano presso palazzo Reale (fino al 12 marzo), l’esposizione “Bosch e un altro Rinascimento”. Secondo i curatori (Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades e Claudio Salsi), l’artefice rappresenta l’emblema di un Rinascimento “alternativo”, lontano da quello governato dal mito della classicità. Si rileva l’esistenza di più evoluzioni parallele, con centri artistici diffusi in tutta Europa. Insomma, “non è -spiegano dalla sede riferendosi alla mostra- una monografica convenzionale, ma mette in dialogo capolavori tradizionalmente attribuiti al maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, in un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quanto l’«altro» Rinascimento -non solo italiano e non solo boschiano- negli anni coevi o immediatamente successivi influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri”.

È comunque l’occasione per scoprire Hieronymus Bosch (1453-1516), noto in tutto il mondo per il suo linguaggio costituito da visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche.

Un centinaio i reperti presenti; sono dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi. Tra i pochi universalmente a lui riferiti e visibili nel percorso, figura il “Trittico delle tentazioni di sant’Antonio”, olio su tavola risalente al 1500 circa e conservato al Museu nacional de arte antiga di Lisbona. Non a caso citato dal Portogallo postale in una serie del 30 maggio 2016 costituita da due foglietti da 1,80 euro. Il secondo di essi propone il lavoro, evidenziando sul bordo uno dei tanti personaggi che affollano la scena. È particolare: un ibrido -così viene descritto nell’allestimento- con orecchie da cane e becco da uccello che trasporta una misteriosa lettera e indossa pattini da ghiaccio. Si trova nel primo pannello, in basso a sinistra, poco distante da un’altra figura intenta a leggere un foglio (ancora una missiva?) da cui pende un’impronta di ceralacca.

L’olio su tavola di Hieronymus Bosch “Trittico delle tentazioni di sant’Antonio” del 1500 circa (Museu nacional de arte antiga, © Dgpc/Luísa Oliveira); sotto, il foglietto di Portogallo del 30 maggio 2016 con, sul bordo, evidenziata la figura “postale”
L’olio su tavola di Hieronymus Bosch “Trittico delle tentazioni di sant’Antonio” del 1500 circa (Museu nacional de arte antiga, © Dgpc/Luísa Oliveira); sotto, il foglietto di Portogallo del 30 maggio 2016 con, sul bordo, evidenziata la figura “postale”



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