Una banale lettera spedita nel luglio scorso in Australia, e solo ora tornata indietro con la motivazione “sconosciuto”. Ma a destare l’attenzione è un altro adesivo, in cui si certifica che il plico è stato trattato per una non meglio precisata quarantena. Che non interessa, tanto per essere chiari, l’attuale influenza suina scoperta in America. “Vaccari news” ha voluto saperne di più, contattando l’Australian quarantine and inspection service (Aqis). “Il Governo australiano -precisano dalla struttura- chiede che l’Aqis controlli il 100% della posta internazionale in entrata. Verifica all’incirca 150 milioni di missive ogni anno, impiegando i raggi «X» e i cani”. I plichi sospetti sono sottoposti ad ulteriori accertamenti, che in genere richiedono la loro apertura e il controllo fisico. Nel momento in cui il dubbio si rivelasse fondato, il destinatario dell’invio può scegliere se autorizzare i necessari trattamenti, respingerlo al mittente o distruggerlo. Nel caso specifico, l’etichetta rossa testimonia che la lettera è finita tra quelle controllate durante il Rakhi, un festival annuale indù. In luglio ed agosto le corrispondenze che arrivano dall’India sono trattate in blocco per minimizzare ogni evenienza, e solo dopo il compiuto trattamento l’operatore applica l’avviso. Trattamento che -garantiscono gli esperti- è completamente sicuro e richiede oltre quattro settimane per completarsi. Dopo questa fase, la missiva è rimessa nel circuito per essere consegnata al destinatario. E la lettera timbrata a Bologna? Probabilmente, un semplice errore, tagliano corto dagli uffici. D’altro canto, vista dall’Australia, l’Italia non è poi così distante dall’India. Nemmeno in ordine... alfabetico.
Niente indù a Bologna
29 Apr 2009 11:34 - FROM ABROAD
Anche le buste che giungono in Australia sono monitorate per evitare importazioni non gradite. Durante il Rakhi, un festival annuale, vengono trattate tutte quelle provenienti dall’India