Per ora, ad essersi confrontati con i francobolli commemorativi senza nominale sono di fatto i soli collezionisti, magari impegnati a spedirsi buste per testimoniare le diverse fasi dell’evoluzione in atto. Sarà interessante, poi, vedere come reagiranno rivenditori e pubblico, ormai privi della “certezza” in merito al costo della singola carta valore. Chi controllerà -specie con i turisti stranieri- se la vendita verrà effettuata coerentemente al tariffario o meno? Un altro rilievo, invece, ha carattere tecnico e per scoprirlo basta confrontare i margini di esemplari precedenti e successivi alla “rivoluzione”. Sono scomparse le scritte, quelle che indicano il valore del foglio. Decisione ovvia, ma va evidenziata. Giusto per avere un confronto, basta prendere l’ultimo dentello con taglio esplicitato da 95 centesimi (è quello per il tonno Maruzzella, emesso il 26 maggio) ed il primo che riporta la “B” (dedicato al poeta Salvatore Quasimodo, risulta disponibile dal 14 giugno). Entrambi hanno le codificazioni (fra cui le quattro sequenze a barre posizionate negli angoli), entrambi hanno le tacche colorate di verifica, ma uno mostra anche la frase che, nel caso specifico, recita: “Il foglio di ventotto francobolli vale €26,60”.
Non solo i nominali. L’occhio sui bordi
27 Giu 2018 13:36 - ITALIAN ISSUES
Logica conseguenza, che tuttavia va annotata: il francobollo non ha più un valore monetario prefissato, quindi pure il foglio cambia nel costo. E scompare il prezzo sulla cimosa