“Per mantenere sempre vivo il messaggio potente dell’esperienza educativa che don Lorenzo promosse insieme ai giovani figli di contadini e operai”, pensiero dovuto al sindaco di Vicchio (Firenze), Filippo Carlà Campa, e alla presidente del Comitato centenario, Rosy Bindi. È così che si conclude il bollettino collegato all’emissione odierna, quella per don Lorenzo Milani, sottolineata dalla presenza a Barbiana (frazione di Vicchio) del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un concetto che certo non traspare nel francobollo, dovuto a Tiziana Trinca ma alquanto anonimo. Riproduce il mero ritratto di colui che il decreto dipinge come “sacerdote e maestro, che pensò la scuola e l’istruzione come strumento per dare voce agli ultimi, formare i cittadini consapevoli e abbattere le disuguaglianze”. Inserito nella serie “Il senso civico”, è un “B” da 1,20 euro; permette di spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi all’interno dell’Italia. È stato prodotto in cinquecentomilaquaranta esemplari autoadesivi allestiti in fogli da quarantacinque. L’annullo si trova presso l’ufficio postale di Vicchio, in piazza della Vittoria 26. Nato nel capoluogo toscano il 27 maggio 1923 (un secolo fa oggi), nel 1943 il personaggio entra nel Seminario maggiore cittadino, ricordano i citati relatori. Quattro anni dopo viene ordinato prete e in ottobre diventa cappellano a San Donato di Calenzano (sempre Firenze), dove fonda una scuola popolare serale per i giovani operai e contadini. Il 7 dicembre 1954 è nominato priore di Barbiana; fin da subito coinvolge i ragazzi locali in un’esperienza didattica simile a quella di San Donato. Al pomeriggio fa doposcuola agli alunni delle elementari. Comincia la fase di contrasto con parte della Chiesa: è il 1958 quando il Sant’uffizio blocca il suo libro “Esperienze pastorali” perché ritiene tale lettura “inopportuna”. Nel 1965 scrive una lettera aperta a un gruppo di cappellani militari, che in un loro comunicato avevano definito l’obiezione di coscienza “estranea al comandamento cristiano dell’amore e espressione di viltà”. La missiva viene incriminata e il mittente rinviato a giudizio per apologia di reato. Più famoso è l’altro lavoro, avviato nel 1966 insieme ai ragazzi della cosiddetta Scuola di Barbiana: “Lettera a una professoressa”. Muore a Firenze il 26 giugno 1967 (fine).
Novità/2 Il mero ritratto
27 Mag 2023 17:53 - ITALIAN ISSUES
Eppure, il decreto descrive don Lorenzo Milani quale “sacerdote e maestro, che pensò la scuola e l’istruzione come strumento per dare voce agli ultimi, formare i cittadini consapevoli e abbattere le disuguaglianze”