Nel contesto drammatico che in questi mesi il mondo arabo sta registrando, il lungo contenzioso tra Israele e Palestina ha perso di priorità e forse certi obiettivi, irraggiungibili sino a quale tempo addietro, ora appaiono più vicini. Uno di questi è la normalizzazione postale. Non a caso, l’Unione postale universale sta cercando di incoraggiare le due realtà a sbloccare gli scambi. Permettendo, in particolare, alla Palestina (che nel 1999 ha ottenuto lo status di osservatore all’Upu) di avere rapporti diretti con i membri della stessa Unione. Secondo il direttore generale, Edouard Dayan, dal punto di vista operativo si sarebbe pronti; quello che ancora manca è la volontà. L’accordo operativo dovrebbe permettere di avviare i dispacci da Amman, quindi via Giordania. Una dichiarazione sull’argomento, sottoscritta tre anni fa a Ginevra, finora non ha condotto ad alcun risultato, malgrado gli sforzi del Bureau international. E mentre la politica ha fatto finire il progetto in un vicolo cieco, l’Upu ha proseguito nei preparativi. Varando un quadro regolamentare e tecnico, formando il personale, elaborando un piano di sviluppo. E attribuendo un codice (Psrmha) all’impianto di scambio internazionale di Ramallah. Che però, restando inutilizzato, non permette nemmeno di incassare le “spese terminali”, riconosciute alle amministrazioni che ricevono e distribuiscono sul territorio i dispacci giunti dall’estero.
Palestina - L’Upu spinge a scambi diretti
10 Ago 2011 16:06 - FROM ABROAD
Nonostante la dichiarazione di tre anni fa e i preparativi tecnici, i dispacci transitano ancora da Israele