Mentre ormai si sta consumando il “toto poltrone” -tra i vertici il cui mandato è in scadenza figura quello di Poste italiane- l’attuale amministratore delegato della società, Massimo Sarmi (che potrebbe essere sostituito -ipotizzano le voci di questi giorni- con Flavio Cattaneo o Massimo Ponzellini), incassa un altro riconoscimento significativo. L’agenzia internazionale di rating Fitch conferma per un altro anno il livello “A+” con “outlook” stabile.
Il giudizio riflette il pieno controllo del Governo italiano sulla proprietà, formalizzato nel dicembre scorso. Scelta che ha costretto Fitch a cambiare i propri parametri. Riconoscendo l’importanza strategica di Poste nei fondi pubblici e il suo ruolo, non solo come fornitore del servizio postale universale ma anche di essenziali prestazioni amministrative. Il profilo di credito considera inoltre le attività finanziarie e assicurative, che danno esiti positivi e sono in crescita. Queste dovrebbero continuare a bilanciare il tradizionale recapito, il quale produce perdite ed è sempre più basato sulla competizione. Secondo gli esperti, il nuovo contesto suggerisce che la privatizzazione non sia nell’agenda dell’immediato futuro.
Un minor controllo dell’Esecutivo o un’azione di rating negativa sull’Italia si tradurrebbero in un riscontro peggiore su Poste. Al contrario, un supporto più formalizzato da parte del Governo o un risultato economico migliore di quanto ci si aspettasse porterebbe ad un esito positivo.