daily news magazine
editor Fabio Bonacina

27890 news from 8/3/2003

Nel 1913, per la prima volta, una normativa regolò il recapito per espresso; era dovuto un diritto, prima forfettario, poi pagato utilizzando le apposite marche

Nel 1928 la marca del recapito autorizzato
Nel 1928 la marca del recapito autorizzato

Fu la legge 503 del 1913 che rinnovò il comparto dei servizi garantiti da privati (news precedente). Stabiliva che l’Amministrazione postale potesse permettere ad aziende il trasporto per espresso, previo il pagamento di un canone pari a 2 centesimi a plico, elevato a 5 nel 1923 ed a 10 due anni dopo. Con il 1926, si aggiunge il via libera per banche, ditte, istituti ed enti: potevano consegnare in loco, e senza intermediari, le loro corrispondenze epistolari, applicando le stesse norme delle agenzie.

Un sistema -ha ammesso, nella sua conferenza, Valter Astolfi- non scevro da problemi, perché il calcolo di quanto dovuto allo Stato era forfettario. Da qui il varo, nel 1928, della prima marca specifica, da 10 centesimi, per il recapito autorizzato. Sistema che verrà confermato per diversi decenni.

Ma un altro capitolo si aprì nel 1920, all’epoca dello sciopero dei postali. Riprendendo esempi registrati all’estero, la Camera di commercio meneghina decise di intervenire per offrire al pubblico un’alternativa. Secondo il progetto, le spedizioni extraurbane sarebbero avvenute da Camera a Camera. Per dimostrare il pagamento vennero impiegate delle vignette pubblicitarie della rivista “L’industria meccanica”. In un secondo tempo, queste furono ristampate più piccole e con l’indicazione del valore: 20 centesimi (per il trasporto locale), 35 (extraurbano fino ai dieci grammi di peso) e 50 (entro i venti grammi). L’ultimo miglio era affidato alla struttura pubblica, ma non tutte le direzioni provinciali accettarono di distribuire in regime di esenzione la corrispondenza loro portata dalle Camcom. A Treviso, per dire, non vi furono problemi. A Torino, invece sì: le buste si caratterizzano per la presenza, accanto alle vignette, di francobolli ufficiali o, in loro mancanza, del segno di tassazione.

Uno dei plichi viaggiati durante lo sciopero del 1920; riporta la vignetta della Camera di commercio. A Treviso, le Poste accettarono tali affrancature; l’approccio contrario si registrò a Torino
Uno dei plichi viaggiati durante lo sciopero del 1920; riporta la vignetta della Camera di commercio. A Treviso, le Poste accettarono tali affrancature; l’approccio contrario si registrò a Torino



Copyright © 2024 - 2003 Vaccari srl
tutti i diritti riservati
realizzato a partire dal mese di marzo 2003
registrazione Tribunale di Modena n.1854 del 4 dicembre 2007
direttore responsabile Fabio Bonacina
responsabile editoriale Valeria Vaccari
redazione e ufficio stampa Claudia Zanetti
Vaccari srl - Via M. Buonarroti, 46
41058 Vignola (MO) - Italy
Tel (+39) 059.77.12.51 - (+39) 059.76.41.06
Fax (+39) 059.760157
Cap.Soc. euro 100.000 i.v.
Registro delle Imprese di Modena n. 01917080366
P.IVA IT-01917080366
Il programma per la gestione di Vaccari news è stato appositamente creato e reso funzionante da fabioferrero.it.
Tutto il contenuto di questo sito, incluse le pagine html e le immagini, è protetto da copyright. In caso di pubblicazione e/o riferimenti si prega di citare sempre la fonte e di avvisare la redazione: info@vaccari.it
Vaccari srl non si ritiene responsabile di eventuali errori di collegamento nei link proposti, che vengono verificati solo all'atto dell'inserimento. Sarà gradita la comunicazione di eventuali cambiamenti per poter aggiornare i dati.