Sono circa mille le missive che, ai primi del Novecento, gli operai dell’Ansaldo indirizzarono alla proprietà. Queste -dicono dalla casa editrice Franco Angeli- “presentano elementi di notevole interesse per un approccio non convenzionale alla storia del lavoro e delle culture operaie”. Infatti, hanno fornito una traccia interpretativa dell’evoluzione sociale registrata nell’azienda lungo almeno un paio di decenni.
Dall’intreccio fra tali fonti e le carte d’impresa è emersa la varietà e la complessità dei mondi che convivevano, non senza conflitti, dentro la fabbrica. Gli scritti presentano spesso il carattere di autobiografie e documentano con particolare efficacia le relazioni che caratterizzavano la quotidianità di vita negli stabilimenti.
Ad esaminarle, la docente universitaria Augusta Molinari, che poi -sulla base degli esiti- ha firmato il saggio “Le lettere al padrone - Lavoro e culture operaie all’Ansaldo nel primo Novecento” (208 pagine, 16,53 euro). L’esperta insegna Storia contemporanea e si è occupata di storia dell’emigrazione, sanitaria e sociale della Grande guerra.