Non solo le perplessità del Garante per la protezione dei dati personali, evidenziate nella notizia precedente. Il provvedimento che estende il registro delle opposizioni alle comunicazioni postali è stato portato -sotto le vesti di un’interrogazione a risposta scritta- all’esame del ministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, da cinque deputati del Pd: Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti.
“Nell’articolo 6, comma 2, dell’ultimo decreto sviluppo, approvato lo scorso 5 maggio dal Consiglio dei ministri, è prevista -si legge nel documento- anche per gli indirizzi postali contenuti negli elenchi abbonati dei cittadini italiani la possibilità di essere utilizzati a fini commerciali, senza bisogno di acquisire il consenso degli interessati, a condizione che questi ultimi non abbiano espressamente manifestato una volontà in senso contrario iscrivendo il proprio numero telefonico ed il proprio indirizzo presso il citato registro delle opposizioni”.
Dunque, “inviare a mezzo posta comunicazioni promozionali e di marketing sarà più facile”. A farne le spese risulteranno “utenti e consumatori che oltre ad essere tempestati di telefonate, nelle prossime settimane rischiano di trovare la propria cassetta delle poste stracolma di ogni genere di comunicazione pubblicitaria”.
Ci vorrà naturalmente del tempo prima che il sistema si riveli o meno funzionale, per questo “sarebbe stato opportuno attendere di disporre di qualche dato in più prima di estendere il nuovo regime anche agli indirizzi postali di milioni di cittadini”.