“Un telegrafista di Glasgow è stato licenziato per aver fatto uno scherzo di pessimo gusto. Domenica scorsa egli era stato incaricato di segnalare telegraficamente l’ora del meridiano di Greenwich a 30 uffici postali di 30 città. Egli eseguì debitamente l’ordine, ma credendo forse di compiere un bell’atto di spirito aggiunse queste parole: «Il re è morto»”.
“La dolorosa notizia -scriveva il 16 giugno 1909, un secolo fa esatto, il «Corriere della sera»- fu naturalmente creduta in molte delle 30 città. Fu esposta la bandiera a mezz’asta e gli abitanti piombarono nella costernazione. In una città la notizia venne annunciata dal pulpito e nella cattedrale si tenne un servizio funebre. Poco dopo la notizia veniva smentita”.
Una stupida burla -come la presentò il quotidiano milanese- o la copertura per una errata interpretazione di un messaggio? Probabilmente, non si saprà mai; per la cronaca, Edoardo VII, il monarca sul trono a Londra e protagonista involontario della notizia, sarebbe scomparso il 6 maggio del 1910.