È durata quattro anni l’esperienza del “mensile internazionale di storia postale e filatelia” (in seguito diventato bimestrale) “The postal gazette”. Che ora ha sospeso le pubblicazioni, dopo aver firmato ventisette numeri nei quali sono stati affrontati numerosi e spesso inconsueti temi, dai servizi postali cinesi alle buste illustrate d’antan, dal pony express alle varietà di stampa repubblicane, dalla storia postale romena alle emissioni classiche brasiliane...
“Vaccari news” ha voluto sentire l’animatore del progetto, nonché direttore responsabile, Alessandro Arseni. “Sono due -risponde- i motivi che hanno portato alla decisione: da una parte devo sottopormi a periodici ricoveri per la mia salute; dall’altra, la recente scomparsa dell’amico Benito Carobene mi ha privato del mio più stretto collaboratore. In questo stato, non riuscivo a garantire la periodicità che si conviene ad una rivista”.
“Le conseguenze della scelta -prosegue- sono già operative; ho iniziato a rimborsare gli abbonati, e questo non è un problema”.
Quale sarà il futuro della testata, la vendita? “No, rimane di mia proprietà e non è detto che non la possa riprendere con maggiore impegno in un futuro. Poi, se qualcuno desiderasse sostenere questa responsabilità, tutto è possibile. «The postal gazette» è in attivo e il sito collegato risulta molto seguito”.
Uno degli aspetti più innovativi è stato scrivere in due lingue, italiano ed inglese. È risultato utile? “Sì, perché il pubblico internazionale ha manifestato interesse e lo dimostrano le inserzioni pubblicitarie: in gran parte erano di case d’asta che operano su più mercati”.
Oltre a quanto pubblicato e allo spazio internet, che rimarranno come riferimento, cosa resta dell’iniziativa editoriale? “Tante soddisfazioni e la possibilità di conoscere numerosi studiosi di alto livello. La rivista ha ricevuto i complimenti dai migliori collezionisti e dalle più alte sfere della filatelia. Questo mi ripaga di tanto impegno”.