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editor Fabio Bonacina

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Oltre trecento foto, delle cinquecento ora individuate, in mostra a Rovigo; raccontano il suo impegno professionale

Due i francobolli che l’Italia le ha dedicato (sono il 120 lire del 30 giugno 1978 e il “B” datato 18 febbraio 2022) ma, per motivi diversi, entrambi non hanno soddisfatto, nel senso che il suo lavoro avrebbe meritato scelte differenti. Un saggio delle potenzialità può essere scoperto alla mostra di Rovigo, aperta a palazzo Roverella fino al 28 gennaio. È “Tina Modotti. L’opera”.

L’esposizione approfondisce l’impegno professionale della fotografa (1896-1942) con oltre trecento scatti, molti mai visti nello Stivale. Sono, ad esempio, le immagini che raccontano la società nel Messico di cento anni fa, ricostruiscono l’unica mostra che ha organizzato dedicandosela nel 1929, ne documentano l’errare in molti Paesi.

“A lei, più che ad altri intellettuali del ‘900, si è dato il discutibile privilegio di essere interessati maggiormente alla sua vita invece che alla sua produzione” annota -guarda caso- il curatore, Riccardo Costantini. Che aggiunge: “Oggi però è il tempo di ripensarla nella totalità della sua produzione e riscoprirla fuori dalla biografia, partendo dalla sua fotografia, come artista autonoma e donna, libera, umana, armata di profondi valori sociali, attenta alla condizione degli ultimi, alle battaglie di riforma ed educazione, capace di istanze al femminile di rara forza e precoci per i tempi: tutti temi di assoluta attualità che attraversano da sempre i suoi scatti, ribaditi oggi nello scoprire e studiare quelli meno noti”.

Grazie al lavoro degli specialisti, sono state individuate complessivamente oltre cinquecento scene che ha immortalato; sono acquisite, catalogate (anche se non sempre esibite) dai grandi musei del mondo e da diverse istituzioni culturali, nonché battute a prezzi da capogiro per la loro rarità nelle aste più prestigiose.

Il percorso rodigino approfondisce la varietà di approcci rispetto al soggetto ripreso, dalle nature morte, dagli interventi più grafici e astratti, alla documentazione sociale fino alla comunicazione politica.

Tra le foto di Tina Modotti in mostra: “Bambino davanti a un cactus” e “Donne di Juchitán con «jìcara»”; sono state scattate in Messico all’incirca nel 1928 e nel 1929
Tra le foto di Tina Modotti in mostra: “Bambino davanti a un cactus” e “Donne di Juchitán con «jìcara»”; sono state scattate in Messico all’incirca nel 1928 e nel 1929



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