Un servizio sostanzialmente del passato, ma che ha ancora i propri estimatori e di tanto in tanto ritorna tra i francobolli. Sono cinque quelli che il 16 maggio i Paesi Bassi hanno dedicato ai treni postali. Di classe “1” per l’interno, sono dovuti a Karen Polder e raccolti in un foglietto da 4,80 euro. Vi figurano l’“Hijsm 4 diligence” (replica risalente al 1938 dell’originale del 1839), l’“Ns pec 8502” (soprannominato “naso ammaccato”, è del 1938), l’“Ns p 7920” (in servizio dal 1952, era arredato alla bisogna), l’“Ns mp 3031” (classe 1966, si caratterizzava per tre grandi porte scorrevoli su entrambi i lati così da facilitare il carico e scarico rapido dei contenitori con i sacchi), l’“Hbbkkss 043-5” (1978).
La data dell’emissione non è stata scelta a caso: esattamente un quarto di secolo prima si registrò l’ultimo viaggio locale. Un punto di svolta. Nei primi tempi il corriere veniva trasportato sui convogli per i passeggeri. Successivamente, ne furono costruiti di speciali; dagli anni Trenta in poi, questi circolavano spesso di notte.
Ma il passato ritorna: il trasporto su rotaia non è del tutto estinto. Ad esempio, dal febbraio scorso Postnl spedisce ogni settimana, tramite un vettore esterno, un rimorchio sulla rotta Coevorden-Oslo. Si vuole indagare -è l’ammissione- se questa alternativa può contribuire agli obiettivi di sostenibilità. Secondo i primi calcoli, dovrebbe ridurre ogni anno di trenta tonnellate la produzione di carbonio.
Ps: tutte le carrozze postali finite tra i dentelli possono essere scoperte alla mostra “Expeditie posttrein”, in svolgimento allo Spoorwegmuseum (è il Museo ferroviario) di Utrecht fino al 27 novembre.