Non sembra essere una congiunta, anche se poteva avere una logica. Non lo dice la Romania, che arriverà domani con la propria emissione. Ed il Vaticano è silente, ormai da settimane, a causa del coronavirus. Si tratta del foglietto da 29,00 lei attraverso il quale Bucarest ricorda il secolo delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Lo si legge sul bordo del blocco in italiano, sia pure con un termine desueto, “instituzione”. I rapporti tra i romeni e la Chiesa di Roma risalgono ai tempi degli antenati daci, quindi all’inizio dell’era cristiana, continuando tra proselitismo, crociate anti-ottomane, convivenza talvolta poco pacifica tra le tradizioni occidentale e orientale, riscoperta delle origini latine ai fini dell’emancipazione nazionale. L’attuale formalizzazione dei legami risale all’1 giugno 1920 con lo scambio dei rappresentanti e l’elaborazione di un concordato, questo firmato il 10 maggio 1927 e denunciato dal nuovo regime nel luglio del 1948. I rapporti vennero interrotti due anni dopo, per riprenderli il 15 maggio 1990. L’immagine, dovuta a Mihail Vămăşescu, accoglie gli stemmi statali e il decreto firmato da re Ferdinando I che, cent’anni fa, nominò Dimitrie Pennescu quale inviato straordinario e ministro plenipotenziario.
Un secolo di rapporti diplomatici
04 Mag 2020 00:15 - FROM ABROAD
Riguarda Romania e Santa Sede. Per ricordarlo, il Paese balcanico ha previsto un foglietto che debutterà il 5 maggio. Porta il nome di Mihail Vămăşescu. Silente la controparte