Durante la Prima guerra mondiale, la posta militare assunse “una funzione essenziale per il morale delle truppe, come testimoniano i miliardi di corrispondenze scambiate tra il fronte e il Paese, unico mezzo di vicinanza della famiglia e delle amicizie”. Costituiva anche un insostituibile strumento per controllare il morale delle persone, o per verificare che non venissero diffuse informazioni utili al nemico. Da qui il ruolo della censura, che assunse un livello pervasivo nella vita di milioni di cittadini sia mobilitati sia rimasti a casa, spronando spesso gli uni e gli altri ad inventare gli stratagemmi più ingegnosi per eluderla e così potersi raccontare la verità sulle reali condizioni di vita. Sono le premesse del convegno “Poste, telegrafi e intelligence nella Grande guerra”, dove saranno trattati gli aspetti legati alla comunicazione. Cinque gli specialisti coinvolti: Bruno Crevato-Selvaggi (interverrà su “«La posta oggi è sacrosanta» - Organizzazione della posta civile e militare nella Grande guerra”), Basilio Di Martino (“Censura postale e propaganda - Un esempio di influence operations sul fronte interno della Grande guerra”), Filippo Cappellano (“Servizio informazioni e posta militare”), Cosmo Colavito (“La telegrafia internazionale tra censura e intelligence”), Emilio Simonazzi (“Francobolli e annulli raccontano il Quirinale trasformato in ospedale di guerra”). Organizzato dal polo culturale del ministero allo Sviluppo economico, l’appuntamento si terrà a Roma presso la sede di via Veneto 33, il 15 dicembre dalle ore 9 alle 13. Per motivi di sicurezza è obbligatorio prenotarsi scrivendo a museo.comunicazioni@mise.gov.it e specificando nome, cognome, numero del documento d’identità valido.
“Posta, telegrafo e intelligence nella Grande guerra”
10 Dic 2015 13:25 - APPOINTMENTS
S’intitola così il convegno organizzato dal polo culturale che fa capo al Mise. È in programma per la mattinata del 15 dicembre. Obbligatoria la prenotazione