Per una mera combinazione, ecco contenente e contenuto. Il 25 novembre scorso l’Italia ha emesso un francobollo da 95 centesimi per la basilica santuario di santa Maria della Quercia, a Viterbo. Il 26 di questo mese, invece, lo Smom firmerà un valore da 1,95 euro (taglio che non trova riscontri pratici nel tariffario) per l’icona dedicata alla Madonna della Quercia, conservata nello stesso tempio. L’opera, raffigurante la madre di Gesù tra i santi Domenico e Lorenzo, venne lavorata sei secoli fa; da qui la scelta commemorativa.
Nel 1417 -confermano dalla Provincia- un artigiano fece dipingere, su una tegola, la Vergine con il Bambino; artefice, il pittore mastro Martello, detto Monetto. L’immagine fu messa su una quercia per proteggere quel terreno dalle intemperie e da possibili furti, rimanendo esposta alla venerazione dei contadini. Quando nel 1467 una violenta pestilenza colpì l’Alto Lazio, il popolo si strinse intorno alla piccola rappresentazione per ottenere la salvezza.
Il tributo è stato tirato in seimila esemplari, organizzati in fogli da nove.