Natale è oramai alle spalle, ma non la mostra che riporta a cento anni fa. È “Natale al fronte - Che il Bambino Gesù faccia che presto cessi la guerra…”, allestita -fino al 31 gennaio- a Trieste presso il Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa (si trova in piazza Vittorio Veneto 1 ed è aperto da lunedì a venerdì tra le ore 9 e le 13; ingresso libero).
Una parola buona, scritta da un familiare, riusciva a rinfrancare almeno un po’ il soldato dalla misera condizione in cui la follia del conflitto l’aveva costretto. E, di sicuro, la possibilità di ricevere una cartolina d’auguri durante le festività di fine d’anno rappresentava un tonico importante, ricordano gli organizzatori, che fanno capo all’Associazione culturale Zenobi. Fa specie sapere che durante la Prima guerra mondiale, nella sola Austria-Ungheria, viaggiarono circa quattro miliardi e quattrocento milioni di oggetti, cifra che fa intendere come, al tempo, le corrispondenze fossero di importanza capitale per la comunicazione tra chi combatteva e chi era rimasto a casa.
Nelle teche, cinquantuno schede composte da cartoline da campo (oggi diventate delle autentiche fonti storiche, utili per la conoscenza della vita in trincea) e distintivi natalizi, cui si sommano altri oggetti postali e di vita quotidiana.