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editor Fabio Bonacina

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Dalla Banca del Sud al regolatore. I temi più scottanti del momento letti dall’organizzazione sindacale

“Una lunga catena di comando spezzettata tra ministero, Poste, banche cooperative, la cui presenza nel Mezzogiorno è perlomeno ridicola”. E poi c’è il Mediocredito centrale “(titolare, sembra, delle istruttorie dei finanziamenti dei soggetti richiedenti)”. Così la Slc-Cgil immagina la Banca del Mezzogiorno secondo quanto sta emergendo dai progetti governativi. C’è “bisogno di credito e di banche e sia anche la benvenuta una Banca del Sud, ma che nasca dal territorio e non nelle stanze della politica o dentro il circuito infernale della competizione tra Tesoro e Bankitalia”.

Quanto al nuovo contratto di programma, in via di approvazione al Cipe, “il servizio di recapito verrà svolto in alcune aree a giorni alterni, e ciò comporterà disagio per 10.000.000 di persone ed esuberi per circa 4.000 lavoratori”, che si aggiungerebbero ai 6.000 “recentemente gestiti attraverso un sofferto accordo sindacale”.

Anche gli uffici, “non tutti, lavoreranno a giorni alterni”. “In un momento storico in cui si registra un forte depauperamento delle risorse degli Enti locali sembra inoltre essere una beffa delegare, agli stessi Enti, la determinazione a proprio carico della permanenza del servizio postale sul proprio territorio”.

Ammissioni pure per quel che riguarda la corrispondenza. Il recapito “funziona malissimo, rischiamo una ecatombe nella distribuzione dei quotidiani, la posta celere (J+1) non va”. Tali problemi -denuncia il sindacato- si sommano alla gestione in esterno o ricorrendo all’uso strutturale dello straordinario, “modalità che poco hanno a che vedere” con l’idea di razionalizzazione e di sviluppo.

Operando un giorno sì e uno no, si perderanno quei clienti che chiedono continuità delle prestazioni e dell’attività aziendale; l’unica soluzione sarà ricorrere, di nuovo, ad altri fornitori. “Attenzione, il servizio universale è affidato a Poste e non a terzi; si rischia di scivolare lungo una china pericolosa”.

Quanto alla regolazione del settore, il ricorso ad un’Agenzia e non ad un’Authority indipendente rappresenta una scelta sbagliata. La seconda alternativa “serve a tutti: cittadini, operatori. Ma serve soprattutto a Poste italiane misurarsi sul mercato”.

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