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editor Fabio Bonacina

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Tra gli argomenti, contratto di programma, recapito a giorni alterni, reintroduzione dei corrieri lento e veloce, necessità di modificare i paletti qualitativi e rendere più flessibili le tariffe

Un articolo solo, ma con 735 commi, oltre alle note ed agli allegati. È la legge 190 del 23 dicembre, meglio nota come legge di stabilità 2015, pubblicata ieri sera dalla “Gazzetta ufficiale”. Contiene le “disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” ed entrerà in vigore l’1 gennaio.

Tra gli aspetti di settore citati, il contratto di programma con il ministero allo Sviluppo economico; intende -c’è scritto- “valorizzare la società Poste italiane spa, assicurando maggiore certezza e stabilità dei rapporti giuridici, nonché la sostenibilità dell’onere del servizio postale universale in relazione alle risorse pubbliche disponibili”. Il documento in essere, scaduto nel 2011, resterà in vigore fino a quando quello nuovo -la cui durata verrà portata a cinque anni- sarà disponibile (dovrà essere sottoscritto entro il prossimo 31 marzo). Fatti salvi gli effetti delle verifiche in capo all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, contempla, a decorrere dal 2015, un importo massimo di 262,4 milioni di euro che lo Stato darà all’azienda per ripianare il costo netto del servizio universale.

Il contratto col Mise “può prevedere l’introduzione di misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull’intero territorio nazionale”. Per ora si tratta di un’ipotesi futuribile (sia pure molto concreta), mentre certo è un altro aspetto. Il supporto a giorni alterni, già previsto dal decreto legislativo 261/1999, “in presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale o geografica in ambiti territoriali con una densità inferiore a 200 abitanti/kmq e comunque fino ad un massimo di un ottavo della popolazione nazionale”, non solo è stato confermato, ma viene esteso: la quota ammissibile passa da un ottavo ad un quarto.

Altra novità, peraltro già circolata nelle ultime settimane ed ora messa definitivamente nero su bianco, riguarda il ritorno al doppio regime: da una parte la posta ordinaria, dall’altra la prioritaria, naturalmente con tempistiche (quattro o un giorno successivi a quello di impostazione) e costi differenti. Entrambe saranno introdotte sia per l’interno che per l’estero. A questo punto, occorrerà rivedere anche i parametri qualitativi, adesso sviluppati nel “J+1” e nel “J+3”. Fissarli sarà compito dell’Agcom su domanda dell’operatore. Passaggio significativo, il Garante dovrà individuare soluzioni “che consentano la maggiore flessibilità nello stabilire le tariffe in correlazione all’andamento dei volumi di traffico”.

Poste, altro elemento noto, quest’anno riceverà dal Tesoro 535 milioni, attuando la sentenza del Tribunale Ue formulata il 13 settembre 2013: il contenzioso riguarda un assegno che la Commissione riteneva fosse aiuto di stato e perciò l’aveva bloccato, ma i giudici hanno assunto un parere diverso.

Novità pure per il Bancoposta: finora i relativi fondi potevano essere investiti in titoli governativi dell’area euro e, per una quota non superiore al cinque per cento, in altri assistiti dalla garanzia dello Stato italiano. Il limite è passato al cinquanta per cento.

Già allineati alla normativa: gli obiettivi del piano industriale firmato da Poste italiane
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