Questa volta tocca alle campane, protagoniste del foglietto con un francobollo da 1,80 euro lavorato coinvolgendo Sarah Bougault e da oggi disponibile negli sportelli abilitati (la prevendita è cominciata il 15 aprile). Rappresenta la nuova puntata del percorso che la Francia dedica alla cattedrale parigina di Notre-Dame, attendendo che nell’immobile vengano completati gli interventi post incendio.
Già nel XII secolo, ancor prima che la costruzione finisse, si menziona il suono delle campane che precedono gli uffici religiosi. Tale suono è cresciuto nel corso del tempo, ognuna è stata rifusa una o più volte per secolo.
Nel 1681 la Jacqueline, installata nel 1400, fu sciolta per crearne una nuova, molto più monumentale: l’Emmanuel, benedetta e montata nella torre sud nel 1683. Tuttavia, non risultò un lavoro soddisfacente; si dovette intervenire tre anni dopo. La seconda versione, realizzata da Florentin II Le Guay, si mostrò un successo, ricevendo il patrocinio dei reali, Luigi XIV e Maria Teresa. Nel 1769 il complesso raggiunse i venti elementi. La Rivoluzione non li risparmiò, rotti e fusi nel 1791 e nel 1792. Solo l’Emmanuel fu risparmiata e ricollocata al suo posto nel 1802. Con un diametro di 2,62 metri e un peso di tredici tonnellate, fu risultò più grande fino al 1891. Rimane, ancora oggi, tra le più significative d’Europa.
Nel 2013, per ovviare ai difetti e alla disarmonia delle quattro campane della torre nord installate nel 1856, ne sono state inaugurate otto nuove. Fino al disastro del 2019, scandivano i momenti quotidiani e straordinari della vita cittadina.