Tornato di attualità per via del centenario, il conflitto continua a registrare approfondimenti dedicati. Anche specialistici, come quello firmato da Emilio Simonazzi in collaborazione con Beniamino Cadioli. S’intitola “La censura posta estera in Italia nella Prima guerra mondiale”. È un volumetto da 88 pagine edito, come ottavo quaderno, dall’Associazione italiana collezionisti posta militare (10,00 euro), che così ha ripreso una collana ferma agli anni Novanta.
Una buona parte del lavoro si occupa delle norme che regolavano le verifiche (in particolare, il regio decreto 689 del 23 maggio 1915) e della struttura introdotta per attuare i provvedimenti contemplati; poi si passa alla catalogazione di bolli ed etichette suddivisi per sede. Un ruolo importante venne giocato da Bologna, che aveva pure una sezione a Rimini. Vi sono poi Milano, Genova, Campione, Ponte Chiasso, Valona e Trieste.
Tutte le impronte, spesso presentate sui loro supporti, sono illustrate in quadricromia e classificate secondo quattro livelli di valutazione. Non mancano quelle che l’autore definisce di “assoluta difficoltà nel reperirle”.