Le storie dietro, ma anche davanti e di fianco, ai francobolli. Purché riguardino i letterati. È questo il taglio del nuovo libro del docente a contratto in Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Foggia, Francesco Giuliani. Firmato dalle Edizioni del rosone (il prezzo di vendita è pari a 18,00 euro), s’intitola “Il canone dei francobolli - Gli scrittori italiani nella filatelia”.
Ma sono così tante le cartevalori dedicate a romanzieri e poeti per doverle affrontare in 276 pagine? No, ma l’autore non si sofferma sui meri aspetti tecnici; racconta, invece, le emissioni nel contesto in cui sono arrivate agli uffici postali. Comunque, quelle illustrate, tutte a colori, risultano centocinquantanove.
“La filatelia -ha ammesso l’autore alla presentazione del volume durante la recentissima «Milanofil»- è stata sempre la mia passione”. I più grandi nomi della letteratura italiana vi hanno trovato riflessi, anche se in modo altalenante. Ai “buchi” del Bel Paese ha sopperito San Marino, mentre più ristretto si è rivelato l’intervento del Vaticano.
Si tratta, comunque, di un lavoro di italianistica, nel rispetto delle norme e delle consuetudini del settore. Inizia dalla prima serie considerabile, quella per Dante Alighieri del 1921, ed arriva ad oggi, ricordando, per dire, i casi inerenti don Primo Mazzolari (che improvvisamente sostituì padre Agostino Gemelli) e Concetto Marchesi, per le cui cronache viene citato anche “Vaccari news”.
L’obiettivo è individuare non solo chi ha avuto più dentelli tra Foscolo e Leopardi o tra Ariosto e Tasso ma, soprattutto, valutare se i numeri hanno un rapporto preciso con la fortuna critica dei personaggi interessati. Permettendo di scoprire, ad esempio, che Guido Gustavo Gozzano e Giuseppe Ungaretti finora sono stati dimenticati.