Un personaggio controverso ma indubbiamente un personaggio. Non stupisce che talvolta venga citato nei francobolli. Come nel 40 pfennig di Germania Federale del 14 aprile 1977. Oppure nel 2,75 euro che l’Austria ha emesso oggi (la prevendita risale al 6 maggio) coinvolgendo Karin Klier. È Federico Barbarossa, imperatore del Sacro romano impero, re dei romani e d’Italia. Curiosamente, entrambe le cartevalori propongono lo stesso reperto, una scultura in bronzo con la sua testa che il protagonista donò al padrino, il parroco del monastero di Cappenberg. L’occasione colta ora da Vienna è il nono secolo passato dalla nascita. La lunga permanenza al potere fu segnata da conflitti con le città italiane, il papa, i principi e soprattutto Enrico il Leone, cugino della dinastia dei Welf, ricordano da Österreichische post. La misteriosa dipartita -annegò, era il 1190, nel fiume Saleph durante una crociata nell’odierna Turchia- lo pose al centro di leggende. Secondo una di esse, non è morto davvero ma dorme in una grotta nelle montagne della catena Kyffhäuser, in attesa di svegliarsi un giorno per ricostituire l’Impero. Fino ad allora, la barba continuerà a crescere attorno a un tavolo di marmo.
Torna il Barbarossa
27 Mag 2022 10:48 - FROM ABROAD
A distanza di quarantacinque anni, la scultura in bronzo che riproduce la sua testa viene utilizzata prima dalla Germania Federale, poi dall’Austria