daily news magazine
editor Fabio Bonacina

27896 news from 8/3/2003

L’appuntamento è stato fissato per mercoledì 25 settembre alle ore 17.30; relatore, il presidente del comitato locale della Società “Dante Alighieri”, Bruno Crevato-Selvaggi

Il 25 settembre a Venezia
Il 25 settembre a Venezia

Sia pure molto sintetizzati, saranno “2.500 Anni di storia della posta”. A parlarne è stato chiamato il presidente del comitato di Venezia che fa capo alla Società “Dante Alighieri”, Bruno Crevato-Selvaggi.

Sarà -anticipano gli organizzatori- “una veloce carrellata su un tema del tutto inusuale ma di grande centralità sociale: la comunicazione organizzata, attuata per primi dai persiani, ripresa da Roma, caduta in disuso nel Medioevo, riorganizzata dalla fine del Quattrocento con la grande rivoluzione postale dell’età moderna, per arrivare a Napoleone e ai giorni nostri”.

L’appuntamento, a partecipazione libera, si svolgerà mercoledì 25 settembre, alle ore 17.30, presso la sede della struttura, campo della Chiesa 3, Sant’Elena. Naturalmente, nella città lagunare.


Ambasciate di Francia
23 Set 2024 13:50 - FROM ABROAD
Dodici palazzi monumentali d’Europa che ospitano le rappresentanze diplomatiche di Parigi rappresentati in altrettanti francobolli

L’Ambasciata di Francia in Italia? È a palazzo Farnese, in piazza Farnese 67. E quella per la Santa Sede (non del Vaticano, come si legge nella carta valore)? È a villa Bonaparte, in via Piave 23, sempre nella Città Eterna.

I due storici palazzi, insieme ad altri dieci distribuiti per il Vecchio continente, caratterizzano la serie che Parigi ha posto oggi in distribuzione (la prevendita data 20 settembre). È dedicata appunto alle proprie rappresentanze pensando alle “Giornate europee del patrimonio”, programmate nel prossimo fine settimana. Gli altri Paesi convolti sono Austria, Danimarca, Germania, Grecia, Lettonia, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Spagna, Ungheria. Si tratta di dodici francobolli autoadesivi per la lettera “verde”, raccolti in libretto e venduti complessivamente a 15,48 euro. Vi hanno lavorato Tanguy Besset e Sylvie Patte.

Tali strutture -approfondiscono dagli sportelli- sono al centro delle relazioni internazionali. Facilitano gli scambi culturali, economici e politici. Presenti in ogni capitale, svolgono un ruolo cruciale nella protezione degli interessi nazionali all’estero e nella promozione dei valori repubblicani. Possono trovarsi in edifici emblematici ricchi di storia o essere opera di architetti dell’Esagono.

Quattro dei dodici francobolli dedicati alle rappresentanze diplomatiche francesi all’estero (da notare il riferimento erroneo al Vaticano in luogo della Santa Sede)
Quattro dei dodici francobolli dedicati alle rappresentanze diplomatiche francesi all’estero (da notare il riferimento erroneo al Vaticano in luogo della Santa Sede)

Arte, conservazione, cultura, intrattenimento. Dal 4 al 6 ottobre il “Tavolo dei «postali»” per approfondire il settore. Si svolgerà a Pescara

A Pescara dal 4 al 6 ottobre
A Pescara dal 4 al 6 ottobre

Dalle lettere tra Napoleone e Josephine alle cartoline sovietiche degli anni Trenta, dal corriere originato nei manicomi e mai spedito al cantiere di Radicofani (Siena) che sta restaurando la stazione di posta medicea, dal “Festival delle corrispondenze” al “mal di scrivere”, dalle tracce iconiche negli epistolari al rapporto tra posta e arte… È parte della ventina di brevi relazioni che si alterneranno nel contesto del “Tavolo dei «postali»” nella sua quarta edizione fisica.

Si svolgerà al B&b hotels di piazza Duca d’Aosta 4 a Pescara, dal 4 al 6 ottobre. Fa seguito, dunque, alle tappe di Prato (nel 2019), Trieste (nel 2022) e Palermo (nel 2023). Senza contare le edizioni digitali.

Voluto da Museo storico della comunicazione (ministero delle Imprese e del made in Italy), Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” odv, Unione stampa filatelica italiana e “Vaccari news”, è un appuntamento informale che legge il mondo della posta secondo quattro approcci inconsueti: arte, conservazione, cultura, intrattenimento. Coinvolgendo realtà pubbliche, come musei ed enti locali, o private, fra cui associazioni e singoli specialisti. La partecipazione è libera ma su prenotazione (tavolodeipostali@issp.po.it).

Il programma comprende inoltre quattro visite in città: alla sede della Provincia che conserva il dipinto di Francesco Paolo Michetti “La figlia di Iorio” (compare nel francobollo italiano da 25 lire del 15 settembre 1951), alle Poste centrali, al Museo casa natale di Gabriele D’Annunzio e al Museo civico “Basilio Cascella”.

L’anno scorso si svolse a Palermo
L’anno scorso si svolse a Palermo

Austria alle elezioni
23 Set 2024 00:31 - FROM ABROAD
Si terrano il 29 settembre e riguardano il Consiglio nazionale. Il ruolo di Österreichische post, che ha avviato una campagna informativa e gestisce la consultazione per corrispondenza

Il citato murale in Hollandstrasse a Vienna (foto: Österreichische post)
Il citato murale in Hollandstrasse a Vienna (foto: Österreichische post)

Con lo slogan “Vota per qualcosa, contro qualcosa, ma vota!” le Poste dell’Austria invitano a partecipare alle prossime elezioni del Consiglio nazionale (cioè la Camera bassa del Paese), fissate per il 29 settembre.

Un punto culminante dell’iniziativa propagandistica è il dipinto di quattrocentocinquanta metri quadrati nella trafficata Hollandstrasse, a Vienna. L’imponente lavoro è stato realizzato dall’artista Markus “Max” Wesenauer e attira l’attenzione di tutti con i suoi colori vivaci e la forte affermazione sulla scelta. La campagna durerà fino al giorno in cui si apriranno i seggi.

L’opera -precisa l’amministratore delegato designato (entrerà in carica l’1 ottobre) e membro del consiglio di amministrazione di Österreichische post, Walter Oblin- “attira l’attenzione e sottolinea il nostro motivante invito a usare il proprio voto. Questa campagna costituisce anche un esempio per la democrazia nel nostro Paese, perché votare è importante e ogni voto conta. Con il voto per corrispondenza contribuiamo a un’elevata affluenza alle urne e quindi a una democrazia vivace”.

Il messaggio è stato diffuso attraverso un mix diversificato di misure on-line e social media su piattaforme come Facebook, Google, Instagram, Snapchat, Tiktok e Youtube; è accompagnato da annunci stampa e pubbliredazionali. I media di proprietà, così come gli spazi sulle cassette delle lettere, gli schermi negli uffici postali e le newsletter, ricordano l’appuntamento con la scheda. Per diffondere il messaggio vengono utilizzati inoltre il sito aziendale e la collegata applicazione.


Fu organizzata dal 7 all’8 gennaio 1961 per sottolineare i cent’anni d’Italia. Il materiale esposto, francobolli e soprattutto reperti viaggiati, venne ripreso nel catalogo

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Un secolo visto con occhio postale
Un secolo visto con occhio postale

Tra le iniziative di quel momento, coinvolgendo Gabriele Serra e Pier Luigi Grossi, l’Associazione filatelica modenese, nel contesto della sua manifestazione, pubblicò la guida “1861-1961 - Cento anni di storia d’Italia attraverso i francobolli”.

“Al traguardo delle celebrazioni che si svolgeranno in questo anno 1961 a Torino e in tutto il Paese -annota in apertura Mario Diena- la filatelia non poteva mancare; e vi si presenta, infatti, in maniera più che degna, con questa mostra che (il 7 e l’8 gennaio 1961, ndr) viene organizzata a Modena, culla di patrioti”. È impostata come un’organica rassegna sull’argomento.

Di fatto, il libro, in 184 pagine, racconta e propone (le foto sono in bianco e nero) i pezzi particolari individuati per essere esposti. Sono francobolli e soprattutto oggetti postali, lettere e non solo, che raccontano il secolo. Andando dal periodo sardo-italiano con la IV Emissione di Sardegna alle produzioni successive riferite sempre al Regno di Vittorio Emanuele II, toccando poi la Terza guerra d’indipendenza, la presa del Veneto e di Roma. Il passo successivo è dedicato a Umberto I e agli uffici postali all’estero, cui segue la fase di Vittorio Emanuele III: le Colonie, i primi esperimenti di aeronautica, Fiume e la dittatura fascista, approfondita attraverso le iniziative aeree e marittime. Il percorso termina citando brevemente il conflitto e la Repubblica.

La società Vaccari ne ha reperita un copia che propone a 20,00 euro.


Due le gare: accanto all’Esposizione nazionale e di qualificazione, il Premio internazionale di filatelia tematica musicale “Augusto Massari”

Ricordato pure Guglielmo Marconi
Ricordato pure Guglielmo Marconi

In chiusura la manifestazione di Vasto (Chieti), la “Vastophil” nell’edizione 2024, voluta dal Circolo filatelico numismatico “Rino Piccirilli”. Resterà aperta ancora domenica presso palazzo d’Avalos, in piazza Pudente 1, dalle ore 9 alle 13.30 (l’ingresso è libero). Intanto, ecco i responsi delle due gare.

Alla mostra firmata dalla Federazione fra le società filateliche italiane hanno lavorato, come giurati, Flavio Pini (presidente), Rosario D’Agata e Annibale Rega. Quale commissario è intervenuto Giuseppe Galasso con il supporto di Marco Occhipinti.

Il gran premio campioni è andato a Giuseppe Di Padova per la partecipazione “L’intero postale nella posta militare dalle grandi manovre alla Grande guerra”, che ha raggiunto i 95 punti e l’oro grande. Quello nella sezione competizione, invece, non è stato assegnato, in quanto nessun concorrente ha raggiunto almeno il livello di 90. Andando nelle singole classi, si sono distinti come migliori per la maximafilia Celeste Barducci, presente attraverso “Personaggi celebri d’Europa” (ha raggiunto quota 88 e l’oro), e nell’interofilia Roberto Gallo, per gli “Usi postali degli interi definitivi della Rsi - Dalla loro emissione alla Liberazione” (85 e oro). Lo stesso filatelista ha proposto inoltre il lavoro più apprezzato nell’esposizione di qualificazione; s’intitola “Scorci di Torino e provincia (su maximum)” (81 e vermeil grande).

Il secondo confronto riguardava il Premio internazionale di filatelia tematica musicale “Augusto Massari”, giunto alla ventitreesima tappa; la commissione valutante era composta dal belga Koenraad Bracke (presidente), dagli italiani Luciano Calenda e Marco Occhipinti, dal tedesco Peter Lang. A vincere è stato il belga Jean-Pierre Suys, partecipe attraverso “From body sounds to soundbodies”. È giunto a 92 con l’oro grande.



I documenti antichi parlano di ospiti che si sono trovati male ma, annota il delegato comunale alla cultura, Fausto Cecconi, tali testimonianze vanno contestualizzate

Il grande camino
Il grande camino

“Fin dalla fine del Cinquecento, l’ultima posta dei cavalli in territorio toscano era quella situata sul valico di Radicofani, che fu per secoli l’incubo di tutti i viaggiatori che da Firenze si recavano a Roma. Durante il regno di Cosimo I il tracciato della strada seguiva quello realizzato dai senesi (1442) con alcune modifiche fra Ponte Centeno e Radicofani. La strada non entrava nella borgata posta ai piedi della fortezza, ma passava circa cinquecento metri più in basso; proprio dove la via che proveniva dal borgo si innestava sulla via Romana, il granduca Ferdinando I fece costruire una grande osteria e albergo per i viaggiatori, utilizzando in parte una «casa di caccia» eretta in precedenza dal granduca Francesco I. Anche se la struttura non sembra essere stata edificata prima del 1587, nel 1583 esisteva già una pianta”.

È quanto scrive Fabiana Susini nel saggio “Il sistema delle stazioni di posta nel Granducato di Toscana nel XVIII secolo: architetture, funzionalità, paesaggi”, pubblicato sulla rivista dell’Istituto di studi storici postali “Aldo Cechi” odv, “Archivio per la storia postale - Comunicazioni e società”, numero 7 della nuova serie.

La stazione di posta -precisa a “Vaccari news” il delegato comunale alla cultura di Radicofani (Siena), Fausto Cecconi- “è rimasta attiva dalla fine del Cinquecento al termine dell’Ottocento; i viaggiatori del Cinquecento si dimostrarono contenti, i successivi meno, perché la struttura non si era adeguata alle nuove esigenze”. “Quelli che si lamentano di più sono gli inglesi nel Settecento; pensavano di varcare le Alpi e trovare subito la… costiera amalfitana. Poi influiscono abitudini religiose e culturali: un ospite segnala che gli viene dato del «misero pesce», ma era Venerdì santo; una signora non trova il latte per il tè, senza sapere che in Toscana, fino alla metà del Novecento, era considerato un alimento destinato ai malati. C’è chi protesta per il vento che sibila dalle fessure, ma anche chi apprezza il camino scoppiettante accanto al quale lavorare”.

Non basta. “Alla metà del Settecento, la zona subisce parecchi terremoti, poiché è un’area vulcanica (nel 1727 fu distrutto quasi tutto il paese; nel 1776-1778 il sisma si protrasse per un anno e mezzo); senza considerare le frazioni, il paese passa da 1.600 abitanti nel Seicento a 900 nel Settecento. E poi non va scordata la peste per via della strada, da dove passava di tutto”.


L’edificio? “Doveva sorprendere”

E il palazzo? “È un luogo molto caro ai Medici”, prosegue l’amministratore. “Al suo interno fanno costruire una cappella di diritto regio con la messa quotidiana, in essere fino all’Ottocento. Cosimo I (1519-1574) vuole un riferimento in grado di ospitare adeguatamente principi e re che andavano a Roma; da qui l’ordine all’architetto Bernardo Buontalenti di sorprendere”. “Lì è passata la storia d’Europa; si sono fermati Charles Dickens, Wolfgang Amadeus Mozart, diversi papi. Nel 1612 sosta Cosimo II con tutta la corte, ottocento persone, con «duecento carriaggi». Per il Carnevale del 1859 vengono organizzati dei balli a pagamento, permettendo di comprare «un milione» di fucili da donare a Giuseppe Garibaldi. Quando, nello stesso anno, il granduca Leopoldo II scappa e va dal pontefice, fa tappa per la notte a Radicofani. Il Demanio italiano mette in vendita il complesso; lo compra un proprietario terriero come dimora. È stata la più grande stazione di posta tra Firenze e Roma, poi abbandonata e depredata”.

La Dogana (siamo ai confini con il Pontificio) si trovava al piano terra. Davanti all’edificio, ecco la casa delle guardie e la sede per la posta delle lettere. “Quest’ultima era una delle prime della Toscana, attiva dal Cinquecento all’Ottocento, cioè fino all’istituzione del treno; il corriere arrivava a Radicofani e da qui veniva smistato nella parte bassa della regione. A fianco si trova una grande fontana con il simbolo della casata e le statue di Abbondanza e Giustizia” (fine).

Il passaggio di ospiti illustri (nel caso specifico, Pio VII), le tracce dei furti, la casa delle guardie e della posta lettere, la fontana esterna
Il passaggio di ospiti illustri (nel caso specifico, Pio VII), le tracce dei furti, la casa delle guardie e della posta lettere, la fontana esterna

Avviati il 19 gennaio e, in base alla programmazione, si chiuderanno nel 2026. Sono i lavori per recuperare l’imponente stazione di posta presente nel Senese, confermandone la destinazione: l’ospitalità

Il loggiato
Il loggiato

Un edificio imponente, collocato su quella che ora si chiama Provinciale 478. Benvenuti alla stazione di posta medicea “Osteria grossa” a Radicofani (Siena).

La presentano due cartelli turistici di epoche diverse. “La cinquecentesca posta -annota tra l’altro quello dal testo più ampio- sorge a sud del borgo medievale, sulla strada per Roma. Intorno al 1580, con il definitivo abbandono del più antico percorso della via Francigena nel fondovalle, la strada tornò a transitare per Radicofani. La nuova Strada regia romana fu ristrutturata dai Medici e dotata di punti di sosta ben attrezzati per i viaggiatori e per il cambio dei cavalli”.

Ora la costruzione è chiusa ai visitatori, in quanto c’è un cantiere. “Vaccari news”, recatosi sul luogo, ha intervistato l’architetto incaricato dei lavori; si chiama Federico Franci. “L’immobile -spiega- non è usato da circa trentacinque-quarant’anni; vi lavoriamo dal 19 gennaio scorso con l’obiettivo di recuperare la struttura e portarla ai fini originari”. “È costituita da piano seminterrato, terra, primo e soffitte; si aggiungono altri tre immobili (vinsantaia, ex casa delle guardie ed ex fienile-stalla, questo da ricostruire)”. Qualche altro dato? “I tempi previsti per l’ultimazione dell’intervento sono di tre anni, con una stima di spesa pari a circa 7 milioni di euro”. A chi appartiene? “Alla società statunitense Winery con sede a Calistoga, in California; proprietario risulta Dario Sattui Hibbard”.


Il paese “ha sempre vissuto sulla strada”

Portarla ai fini originari, quindi, per dirlo con un termine attuale, riaprire l’albergo. Ma una struttura così grande sarà sostenibile economicamente per il paese? “Radicofani -precisa il delegato comunale alla cultura, Fausto Cecconi- ha vissuto sempre sulla strada; senza la strada non sarebbe esistito. Da sempre il provento più importante è la strada, tranne per un momento particolare nel Novecento. Senza la stazione di posta, Radicofani respira con un solo polmone. Eppure si trova in val d’Orcia, Patrimonio dell’umanità per il paesaggio; l’area è ricchissima dal punto di vista culturale con Montalcino, Montepulciano, Pienza; offre tre terme, il monte Amiata, il lago di Bolsena, la via Francigena… Insomma, è una zona abbastanza «vendibile». E l’indotto potrebbe indurre la gente emigrata a tornare” (continua).

Come la stazione di posta si presenta all’esterno, i lavori, un salone e il dettaglio di un affresco
Come la stazione di posta si presenta all’esterno, i lavori, un salone e il dettaglio di un affresco

La seconda revisione introdotta quest’anno da Poste italiane riguarda ventuno strade nuove e tre che sono state ripensate

Sono ventuno le strade che, formalmente dal 16 settembre, data della periodica revisione (quest’anno è la seconda), hanno un codice di avviamento postale. Le città coinvolte sono diverse, ma, sul totale, cinque situazioni riguardano Salerno e quattro Firenze.

Poche le novità anche per quel che concerne percorsi già esistenti. Appena tre i casi segnalati da Poste italiane; interessano Cesena, Messina e Roma.

Le vecchie stringhe numeriche, comunque, resteranno in vigore per almeno dodici mesi. Salvo modifiche, il prossimo aggiornamento verrà introdotto il 25 novembre.

Tra le città coinvolte, Roma
Tra le città coinvolte, Roma


Seconda tappa della serie “Il patrimonio naturale e paesaggistico” nella categoria intitolata alla “Giornata mondiale della natura” - Parchi d’Italia

Nuovo appuntamento, oggi, con la serie “Il patrimonio naturale e paesaggistico”, nella declinazione dedicata alla “Giornata mondiale della natura” - Parchi d’Italia: tocca a quello regionale di Porto Venere (La Spezia).

Il francobollo emesso è un “B”. Tariffario alla mano, richiede 1,25 euro e permette di spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi in regime domestico. Dal punto di vista tecnico conta su duecentomilaquattro esemplari autoadesivi che si presentano in fogli da ventotto. Quanto al bozzetto, ha coinvolto Maria Carmela Perrini: raffigura una veduta dall’alto della chiesa dedicata a san Pietro; si trova nel comune di Porto Venere e svetta a strapiombo sul mare. Vanno aggiunti il logo della struttura al centro dell’iniziativa e un falco pellegrino. L’annullo primo giorno si trova all’ufficio postale di Porto Venere, sito in piazza Bastreri 28.


Patrimonio mondiale dell’umanità

Il bollettino è dovuto alla sindaca dello stesso paese. Si chiama Francesca Sturlese e, contemporaneamente, svolge le mansioni di presidente del Parco. Questo territorio -annota- racchiude “nei suoi quattrocento ettari luoghi di grande valore ambientale, storico e culturale: il borgo antico, le isole Palmaria, Tino, Tinetto e l’Area marina protetta”.

Cita poi le ragioni che hanno permesso di inserire la zona nel Patrimonio mondiale dell’umanità firmato dall’Unesco: “un’area culturale di eccezionale valore, che mostra l’armonioso rapporto tra uomo e natura cui si deve un paesaggio di straordinaria bellezza scenica, dimostrazione di un tradizionale modo di vivere che si è conservato per mille anni e che continua a svolgere un’importante funzione socio economica nella vita della comunità”.

Insomma, conclude l’amministratrice, “sorprende per la sua straordinaria bellezza”.

Oggi l’emissione per il Parco regionale di Porto Venere (La Spezia)
Oggi l’emissione per il Parco regionale di Porto Venere (La Spezia)


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