Non sono mancate le polemiche e le richieste di accantonarlo, ma alla fine, e come previsto, il 14 novembre “è stato emesso”. “Ma non lo stiamo vendendo -dicono da Correos- a causa di alcuni problemi legali”. Protagonista risulta il francobollo con cui la Spagna ha ricordato il centenario del proprio Partito comunista, valore nominale 0,75 euro.
Il 15 aprile 1920 viene fondato il Partito comunista spagnolo; passa un anno e sorge un secondo attore, il Partito comunista operaio spagnolo. Dopo l’intervento dell’Internazionale comunista per unire le due formazioni, il 14 novembre 1921 si arriva al Partito comunista di Spagna. Nel marzo 1922 tiene il primo congresso, avviando -commentano da Madrid- “una storia dai mille volti di donne e uomini che hanno deciso di impegnarsi per cambiare la realtà di un Paese ingiusto e disuguale”.
Poco dopo essere stato istituito, affronta la repressione della dittatura dovuta al generale Miguel Primo de Rivera. Con la Seconda repubblica vive un momento di grande sviluppo, soprattutto in seguito alla costituzione del Fronte popolare e per il suo ruolo nella Guerra civile; partecipa con diversi ministri al Governo sotto la guida di José Díaz e Dolores Ibárruri. Durante il regime franchista, nonostante le dure condizioni clandestine, diventa il motore delle forze che si battono per la democrazia; promuove un nuovo sindacalismo di base; sorge un potente movimento di quartiere, universitario, femminista e anche all’interno della Chiesa cattolica, che collabora nel ricostruire la società civile.
Viene legalizzato nel 1977. Dopo l’instaurazione dell’apparato democratico nel 1978, partecipa nell’elaborare la Costituzione e nello sviluppare il sistema dei partiti. Dal 1986 lo fa all’interno di Izquierda unida.
Aggiornamento del 22 novembre 2022: il francobollo è stato messo in vendita dal 18 novembre, anche se le buste del primo giorno riportano la data originaria del 14.