Dinant, sulla Mosa, è nota fin dal Medioevo per aver dato vita alla lavorazione del rame, anche se gli studi tendono a dimostrare un’analoga attività, ma dell’XI secolo, a Huy.
La posizione del primo comune favorì lo sviluppo di questo mestiere per la vicinanza ai depositi di un terreno argilloso che gli addetti usavano per realizzare i loro stampi, mentre la collocazione sul fiume consentiva il trasporto delle materie prime. Questa zona strategica aveva anche un aspetto negativo: la contrapposizione tra due potenze insediate ciascuna su una sponda del corso d’acqua, culminata nel 1466 con il sacco da parte del borgognone Philippe le Bon. Da quel momento, i ramai lasciarono Dinant per non tornare mai più. L’Ottocento, che riportò alla ribalta i tempi antichi, fece riscoprire la lavorazione del metallo martellato.
Oggi ci sono circa cinquanta operatori in tutto il Paese. Utilizzano una semplice lamiera (rame o ottone, poi argento, peltro o una lega come l’alpacca) che piegano, richiudono, battono per dare vita a opere destinate dapprima al servizio della messa (fonti battesimali, cibori, calici…), poi a oggetti d’utilità (vasi, piatti…) e decorativi.
Il prologo serve a introdurre la nuova tappa che la Francia ha dedicato ai mestieri d’arte: un francobollo da 1,65 euro in prevendita con l’1 ottobre e nel resto degli sportelli previsti arrivato due giorni dopo. Porta il nome di Elsa Catelin. Esiste anche il “souvenir philatélique”, da 4,50.