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editor Fabio Bonacina

27304 news from 8/3/2003

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Quando, nel primo dopoguerra, l’Italia cercava acquirenti per gli aerei che non servivano più: si ritorna al 1919 con il volume scritto da Fiorenzo Longhi

È firmato Fiorenzo Longhi
È firmato Fiorenzo Longhi

A Fiorenzo Longhi sono state necessarie 148 pagine “A4” per raccontare “La Missione militare italiana di aviazione in Argentina (13 marzo - 13 settembre 1919)”. È il terzo quaderno firmato dall’Associazione italiana di aerofilatelia, di cui l’autore è il presidente.

Occorre tornare al periodo successivo alla Prima guerra mondiale, quando centinaia di velivoli prodotti, non più necessari per il conflitto, dovevano trovare clienti. Da qui l’idea maturata a Roma di avviare la spedizione al centro dello studio. Suo compito era “reclamizzare il nostro materiale aeronautico, di cui avevamo una notevole eccedenza, compiendo spericolati voli di propaganda che, oltre a rinsaldare la tradizionale amicizia italo-argentina, avrebbero forse convinto il Governo del Plata ad acquistare un buon quantitativo di aerei”. Insomma, risultò una specie di fiera, alla cui guida fu collocato il capitano Antonio De Marchi.

La vicenda viene ricostruita utilizzando i giornali dell’epoca e aggiungendo -attraverso numerose immagini anche a colori- reperti quali foto, volantini, cartoline, lettere.

Il volume, che comprende la traduzione in inglese, è riservato ai soci della stessa Aida.



I Belleboni in val Seriana e i Tasso in val Brembana tra collaborazioni iniziali e soprattutto rivalità nel garantire il servizio per gli Asburgo. Li racconta il libro “I Paar di Parre”

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Dalla valle Seriana all’Impero
Dalla valle Seriana all’Impero

Quattro studiosi -Tarcisio Bottani, Renata Carissoni, Bonaventura Foppolo, Raffaella Gerola- due Comuni -di Camerata Cornello e di Parre-, il Museo dei Tasso e della storia postale: sono gli artefici del libro “I Paar di Parre - Protagonisti delle Poste in Europa con i Tasso del Cornello (XVI-XIX sec.)”. Una “sorta di gemellaggio culturale” che -annotano i sindaci, nell’ordine Andrea Locatelli e Danilo Cominelli- “ha consentito di svelare un aspetto notevole della storia non solo bergamasca ma anche europea”.

Edito da Corponove, documenta le vicende di alcuni membri della famiglia Belleboni a Parre (valle Seriana) che inizialmente collaborano nel settore postale con i Tasso di Camerata Cornello (valle Brembana), per poi smarcarsi e mettersi in proprio. Nel mondo tedesco, dove ottengono soldi e riconoscimenti dagli Asburgo, diventano i Paar, molto probabilmente perché provenienti da Parre.

Le 256 pagine con immagini anche a colori (20,00 euro) introducono l’argomento in Italia, finora trascurato: si conosce solo un numero esiguo di testi prodotti in ambito mitteleuropeo.

Tre le parti in cui lo studio si organizza: le origini dei mercanti Belleboni e i documenti che portano alla metà del Quattrocento; la nascita, all’inizio del secolo successivo, e la crescita della loro attività nel settore postale; la controversia -sviluppata dai primi del Seicento fin quasi alla fine del Settecento- con i Tasso, nel frattempo diventati Thurn und Taxis, nell’individuare i territori di rispettiva competenza circa la gestione delle Poste imperiali.


Da Gabriele D’Annunzio a Colette, diciotto autori si raccontano in carteggi personali, scelti dalla casa editrice Il saggiatore e sviluppati in 728 pagine

L’amore visto dai grandi autori del Novecento
L’amore visto dai grandi autori del Novecento

È vero, la festa dedicata a san Valentino è alle spalle, ma certe testimonianze sfidano i tempi. Alcune di esse, scelte da Il saggiatore, figurano nella raccolta “Lettere d’amore - Carteggi di scrittori del Novecento” (728 pagine, 59,00 euro). La prefazione è del saggista Massimo Onofri.

Dalla solennità della prosa dovuta a Gabriele D’Annunzio all’enfasi di Salvatore Quasimodo, dal sentimentalismo di Erich Maria Remarque alle associazioni inconsuete di Franz Kafka, dalle reticenze di Colette all’erotismo di James Joyce, fino al calore di Edith Wharton, le epistole di diciotto autori -anticipano dalla casa editrice- “raccontano un lato privato e inconfessabile del loro mondo e della loro personalità. Nei turbamenti e nelle incertezze li scopriamo così fragili, esposti, contraddittori, impulsivi, ridicoli nell’amore esattamente come lo siamo noi, come noi trascinati da forze che, a differenza di quando compongono le loro poesie e i loro romanzi, non possono e non sanno controllare”.

Questo sapendo che tale impulso “non ha bisogno di parole, eppure non esisterebbe senza le parole: parole sussurrate o gridate, parole che rivelano il sentimento o che faticosamente lo celano, parole trepidanti, parole arrabbiate, parole estatiche, parole tradite, parole fredde, parole infuocate. Parole che spesso devono raggiungere chi è lontano e che per secoli sono state affidate a missive, cartoline e telegrammi; a fogli di carta stropicciati e consumati, piegati e strappati”.

Il lavoro “è soprattutto il tentativo di rispondere, attraverso i palpiti dei grandi autori, alla domanda che ha accompagnato l’essere umano sin dall’inizio della sua storia: è possibile, sarà mai possibile, spiegare l’amore a parole?” (continua).


Per i centoquarant’anni dell’edificio postelegrafonico locale, Riccardo Braschi ha realizzato una ricerca, raccolta in 60 pagine “A5”

L’approfondimento su Cesenatico (Forlì-Cesena)
L’approfondimento su Cesenatico (Forlì-Cesena)

Non nuovo a studi del genere, ora Riccardo Braschi si è concentrato sul singolo edificio di una cittadina della provincia di Forlì-Cesena, firmando “La posta e il telegrafo a Cesenatico”.

Le 60 pagine di formato “A5” con immagini anche a colori documentano l’edificio sapendo che è attivo da centoquarant’anni, ma la storia prende avvio parecchio prima, con la strada dei corrieri veneti e la stazione di posta, poi con l’introduzione del telegrafo ottico francese, quindi di quello elettrico.

Dopo il terremoto del 1875, in piazza Pisacane viene costruito l’ufficio progettato da Antonio Amaducci che accoglierà sia il servizio postale, sia quello telegrafico; è lo stesso immobile adesso impiegato dalla società guidata da Matteo Del Fante. “Si tratta -annota l’autore- della più antica sede postale ancora operativa della nostra regione e, malgrado le rilevanti modifiche subite nel corso del tempo, il fabbricato conserva l’involucro originario del 1882”.

Il testo non trascura la più breve vita di altri presìdi postali del territorio e il servizio telefonico.

I testi provengono da ricerche d’archivio, sostenute utilizzando mappe, cartoline e foto. La pubblicazione richiede 12,00 euro (informazioni: info@architetturapostale.it).


Il romanzo di Francesco Pala, edito recentemente da Neri Pozza, pone in copertina un francobollo sovietico emesso il 22 aprile 1958

“L’ultimo viaggio di Lenin”
“L’ultimo viaggio di Lenin”

Francobollo in copertina, ma serve solo -come in altri casi- per attirare l’attenzione sul libro. Libro che, nel caso specifico, s’intitola “L’ultimo viaggio di Lenin” (288 pagine, 18,00 euro; e-book: 9,99). È un romanzo di Francesco Pala, edito da Neri Pozza, che si inserisce nelle iniziative per il secolo trascorso dalla morte di Vladimir Il’ič Ul’janov.

Risulta ambientato nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale. Il sergente Dorotov -anticipano dalla sede- intende sottrarre al controllo delle autorità il corpo imbalsamato del rivoluzionario, spostato in fretta e furia dalla capitale, minacciata per via dell’invasione nazista. Insieme al sottufficiale ci sono il soldato semplice Antonov, reduce da una lobotomia per aver notato una certa mobilità nel venerabile cadavere, e Olga, una donna dagli occhi verdi e ostinati. Dietro di loro, l’impetuosa avanzata della “4ª Armata corazzata” tedesca del generale Hoth.

La vicenda si trasforma in un pellegrinaggio fisico e mentale attraverso la Grande Russia, un’avventura del pensiero alla ricerca della moralità incorrotta, della totale integrità ideologica, dell’assenza dei guasti che hanno rovinato il Socialismo. In altre parole, di un mondo utopico e perfetto. Uno in cui nemmeno la morte esista più. È la Repubblica popolare di leninesia.

E la carta valore? È un 40 copechi appartenente alla serie di tre dentelli emessa dall’Unione Sovietica il 22 aprile 1958 per ricordare il personaggio a ottantotto anni dalla nascita.


Dalla Serbia del 1866 in poi, le emissioni fino al 2023 dei vari Paesi che hanno caratterizzato l’area. È il volume 10 firmato Cif-Unificato

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La Jugoslavia prima, durante e dopo
La Jugoslavia prima, durante e dopo

Secondo l’attuale impostazione della casa editrice, Cif-Unificato, è il volume “Europa 10”, frutto della suddivisione in due parti del settimo. Conta 424 pagine con testi in italiano, immagini a colori e quotazioni nella moneta comune (43,00 euro); si concentra esclusivamente sull’area dell’ex Jugoslavia nelle sue diverse e articolate declinazioni, trattandola dagli albori al 2023.

Paesi chiave del lavoro risultano Serbia (i francobolli più antichi datano 1866) e Montenegro (1874), arrivando alle produzioni successive alla Prima guerra mondiale con lo Stato serbo-croato-sloveno (1918) e poi appunto alla Jugoslavia (1921). Anche il conflitto seguente ha provocato modifiche territoriali, poi grossolanamente rientrate. Fino all’implosione, nel momento in cui il “contenitore” ideato per gli slavi del Sud ha cominciato a perdere pezzi: nel 1991 -quando giunsero emissioni specifiche- l’hanno abbandonato la Croazia, la Macedonia (dal 2019 diventata Macedonia del Nord) e la Slovenia; nel 1992-93 la Bosnia ed Erzegovina (con in più le due aree parzialmente autonome, cioè la croata e la serba); nel 2005 il Montenegro; nel 2006 la Serbia. Si aggiunge il capitolo del Kosovo, dal 2000 come Missione di amministrazione a interim delle Nazioni Unite, otto anni dopo quale realtà a sé stante.



Un libro curato da Luca Verri propone oltre duecento cartoline riguardanti la cittadina in provincia di Modena. Privilegiato il lato immagine

Le cartoline documentano Bomporto (Modena)
Le cartoline documentano Bomporto (Modena)

Le cartoline contribuiscono a recuperare e a far conoscere alle successive generazioni la storia e le peculiarità di un luogo. L’ultimo caso individuato riguarda una cittadina in provincia di Modena. Il libro, edito da Artioli, s’intitola “Bomporto in cartolina - Immagini in viaggio dal comune e dalle sue frazioni” (128 pagine, 24,00 euro). Considera materiale d’archivio di Marco Rebecchi coinvolgendo Claudio Pellacani; rivede un primo lavoro risalente al 1997 proponendo oltre duecento pezzi ed effettuando un viaggio nel Novecento, fino agli anni Settanta. Protagonisti sono il capoluogo, poi Solara e Sorbara.

Per scelta è stata valorizzata solo la veduta, non il testo eventualmente presente sul reperto. L’immagine -annota il curatore, Luca Verri- “nel riportare staticamente un luogo ed un tempo specifici, diviene essa stessa una fonte storica, un punto di oggettività che è possibile porre a raffronto con altre analoghe rappresentazioni per determinare le costanti e le trasformazioni intervenute in un dato periodo. La massa copiosa delle cosiddette «cartoline di saluto», che hanno cominciato a circolare con crescente intensità agli inizi del Ventesimo secolo ed in misura ancora maggiore nel secondo dopoguerra, costituisce in qualche modo un significativo «tesoro storiografico ed artistico», in grado di fornire, sebbene a corrente alternata e non sempre con la stessa intensità, l’evoluzione di un comune (sul fronte urbanistico, architettonico, paesaggistico, dei beni culturali) e della sua comunità, considerata in tutto il suo spettro (sociale, produttivo, economico, industriale, commerciale e così via)”.


Sono i protagonisti del quaderno “Gli elementi borderline nelle collezioni tematiche”, scritto da Paolo Guglielminetti

Una “fascia grigia”
Una “fascia grigia”

Il termine “bordeline” -in base alle attuali linee guida definite dalla Fédération internationale de philatélie e riguardanti le collezioni tematiche a concorso- interessa quei reperti che le medesime istruzioni non considerano “appropriati” ma neanche “non appropriati”.

Insomma, “possono essere tollerati quando consentono di documentare passaggi tematici su cui non ci sono altre possibilità. Tali pezzi devono essere supportati da una accurata descrizione filatelica”. Lo precisa Paolo Guglielminetti nell’ultimo, il settimo, quaderno firmato dal Centro italiano filatelia tematica, intitolato “Gli elementi borderline nelle collezioni tematiche” (44 pagine con immagini a colori, senza indicazioni di prezzo).

Ma quali sono detti oggetti? Ancora le linee guida individuano cinque comparti: bolli e cachet privati, stampe aggiuntive private su interi postali, segni amministrativi di natura non postale, decorazioni e sovrastampe decorative su buste e cartoline, vignette erinnofile.

L’autore, però, con un approccio esemplificativo sviluppa l’argomento individuando ventidue categorie, dai contenitori per francobolli ai cachet. Per ognuna di esse la relativa scheda precisa cosa sono, quando e come si possono utilizzare, offrendo infine una bibliografia.


Cif-Unificato firma l’aggiornamento al catalogo “Folder filatelici”. Accanto alla produzione registrata l’anno scorso, il completamento inerente al 2022

Dedicato al 2023
Dedicato al 2023

Aggiornamento, da parte di Cif-Unificato, per il catalogo “Folder filatelici”. Sono state necessarie 88 pagine di formato “A5” per raccontare e valutare quello che è stato il 2023 circa le produzioni realizzate e commercializzate da Poste italiane (sono centoventi!), dalla cartella del 29 gennaio dedicata alla “Marcialonga” fino a quella riguardante lo scrittore Alessandro Manzoni, gadget arrivato agli sportelli in una data imprecisata di dicembre.

Non basta, perché il volumetto comprende pure quattordici articoli riferiti all’anno precedente e otto, sempre del 2023, ma separati poiché contenenti litografie.

“L’estrema cura nella grafica e confezione -annotano dalla sede della casa editrice- è stata e sarà sempre la principale caratteristica che consente a questi prodotti di avvicinare sempre più persone al collezionismo filatelico”.

Il prezzo di copertina ammonta a 13,00 euro.



All’argomento Maurizio Scudiero dedica 304 pagine di formato “A4” con 820 immagini. La parte principale del lavoro è incentrata su una trentina di artefici

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Comprende 820 immagini
Comprende 820 immagini

Alle spalle il volume “Futurismi postali”, nel 1986 realizzato coinvolgendo Enrico Sturani, Maurizio Scudiero ora propone “Arte postale futurista”, 304 pagine “A4” (Luni editrice, 90,00 euro) che faranno da riferimento. Perché a colori (820 le immagini) e ampliate ai ritrovamenti registrati in questi ultimi quattro decenni attingendo ad archivi, collezionisti, librerie, artisti e loro eredi.

Al centro vi sono proprio gli artefici, fra cui spiccano i nomi -noti anche in altri contesti- di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Tullio Crali, Fortunato Depero (di cui viene proposta una sezione particolarmente ricca), Bruno Munari, Enrico Prampolini, Mario Sironi, Tato (cioè Guglielmo Sansoni), Thayaht e Ram (Ernesto e Ruggero Michahelles). Complessivamente una trentina di maestri, a ognuno dei quali è dedicato un approfondimento.

Non basta; altri capitoli riguardano le intestazioni (dove si evidenziano lettere, buste, cartoline e ulteriore materiale cartaceo) e l’immagine del movimento (in particolare, cartoline riproducenti opere pittoriche e scultoree). Chiudendo con espressioni involontarie e satiriche, il Futurismo come stile grafico, l’eredità lasciata a chi è venuto dopo.

L’esito -annota l’autore- è che, consultando il lavoro, “si avrà una precisa sensazione di come lo sperimentalismo postale futurista sia stato un fatto tutt’altro che episodico, o legato ai singoli artisti, ma piuttosto una prassi estetica tout-court. Se vogliamo dirla tutta, è stato il vero «atto originante» di quella che oggi chiamiamo Mail art”.





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