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editor Fabio Bonacina

27279 news from 8/3/2003

I due francobolli dedicati alla bella stagione richiamano le grigliate con gli amici e il bagno per rilassarsi. Saranno agli sportelli postali il 2 maggio

Visto il tempo di questi ultimi giorni, parlare di bella stagione sembra un po’ fuori luogo. Ma tant’è, in quanto la Svizzera guarda avanti. Tra i titoli messi in prevendita il 25 aprile (la validità postale scoccherà il 2 maggio), uno, per il quale è stato coinvolto Raphael Santschi, è denominato “Estate”.

Cosa evoca tale parola? La posta -approfondiscono dalla sede- ha fatto questa domanda al proprio personale nell’ambito di un sondaggio. Le risposte più frequenti sono state interpretate dai nuovi soggetti compresi nella serie autoadesiva, ovvero “Grigliare insieme” (è il francobollo da 1,00 franco) e “Rilassarsi in acqua” (1,20).

Tali esemplari possono servire per invitare agli amici a pranzo o spedire una cartolina dalle vacanze…

“Grigliare insieme” e “Rilassarsi in acqua”: sono i titoli dei due francobolli
“Grigliare insieme” e “Rilassarsi in acqua”: sono i titoli dei due francobolli

Anche la Rai in campo per ricordare l’inventore. L’ulteriore esposizione, gestita dal Fai, è raggiungibile solo un sabato al mese prenotando; resterà aperta fino al 13 febbraio 2025

Non solo la mostra allestita presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, indicata nella notizia precedente. Pure alla Rai hanno voluto ricordare con un’esposizione il personaggio di cui il 25 aprile si è celebrato il secolo e mezzo trascorso dalla nascita.

S’intitola “Guglielmo Marconi - Prove di trasmissione”, accolta nello storico palazzo della Radio in via Asiago 10, sempre a Roma. È dedicata -viene precisato- “all’inventore del sistema di telecomunicazione a distanza attraverso onde radio, la cui evoluzione ha consentito lo sviluppo della radio, della televisione e, più in generale, di tutti i moderni sistemi e metodi di comunicazione”. Rammentando che egli ha contribuito alla costituzione societaria dell’Unione radiofonica italiana, quella che ora si chiama appunto Rai.

Il racconto, curato da Roberto Ferrara ed Ennio Matano, si snoda in senso cronologico da quando acquistò, dopo la Prima guerra mondiale, il panfilo battezzato “Elettra”. Su questo laboratorio galleggiante realizzò una cabina dove, per oltre un decennio, portò avanti ricerca ed esperimenti, anche in navigazione.

Quattro le sezioni da scoprire. In particolare, si punta al periodo che va dai primi anni Venti alla seconda metà dei Trenta. Pure in questo caso, gli apparati tecnologici, “unici e dall’alto valore storico e culturale”, sono stati prestati dal Museo storico della comunicazione.

L’accesso è gratuito. Il percorso, aperto fino al 13 febbraio 2025, risulta raggiungibile un sabato al mese, dalle ore 9 alle 13 su prenotazione nominale non cedibile ed effettuabile solo on-line tramite il sito del Fondo per l’ambiente italiano (fine).

Due immagini riferite alla mostra dedicata a Guglielmo Marconi: l’ingresso e la sala comandi del panfilo “Elettra”
Due immagini riferite alla mostra dedicata a Guglielmo Marconi: l’ingresso e la sala comandi del panfilo “Elettra”

Intitolata “Guglielmo Marconi e le onde del made in Italy”, propone, ad esempio, oggetti provenienti dal Museo storico della comunicazione e ingrandimenti di francobolli

La mostra è dedicata all’inventore
La mostra è dedicata all’inventore

Accanto al francobollo emesso il 25 aprile nel centocinquantesimo anniversario dalla nascita, il mondo delle comunicazioni dedica altre iniziative all’inventore. Fra cui la mostra “Guglielmo Marconi e le onde del made in Italy”, accolta presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, a Roma in via Veneto 33.

Intende “ricordare alcune delle sue straordinarie invenzioni”, mettendo a disposizione di tutti “parte del considerevole patrimonio scientifico e documentale” custodito all’interno del Museo storico della comunicazione, da troppo tempo inibito al pubblico. Si tratta di diciannove cimeli che “raccontano l’esperienza scientifica del luminare, vissuta tra ricerche e sperimentazioni sull’elettromagnetismo e non solo”. Fra essi, la riproduzione dell’apparecchio trasmittente con antenna, utilizzato durante il primo esperimento nei pressi di villa Griffone a Pontecchio (Sasso Marconi, Bologna), la ricostruzione del detector magnetico realizzato nel 1902 utilizzando una scatola di sigari, il modellino del panfilo “Elettra”, vari apparecchi trasmettitori e riceventi, poi telegrafi, radio, un televisore, fotografie e video, ingrandimenti di francobolli.

“È un’occasione importante per l’Italia tutta, che in questa ricorrenza celebra un genio che ha contribuito a rendere grande il nostro Paese. Marconi ha cambiato per sempre il nostro modo di comunicare ed ha contribuito in maniera determinante ad avvicinare le nazioni ed i popoli, gettando le basi di quel mondo globale e interconnesso di cui la transizione digitale oggi in atto è diretta discendente”, ha commentato la sottosegretaria Fausta Bergamotto.

L’allestimento è a ingresso libero, raggiungibile fino al 10 maggio nella fascia oraria 16-19 (continua).

Due immagini dell’allestimento, in essere presso la sede del ministero delle Imprese e del made in Italy fino al 10 maggio
Due immagini dell’allestimento, in essere presso la sede del ministero delle Imprese e del made in Italy fino al 10 maggio

La prova nell’ufficio postale Santa Clara 1 a Cuba, risposta alla mancanza di cartevalori con cui affrancare gli invii

I francobolli non si trovano? Si tenta di farne a meno. È la prova che si sta svolgendo a Cuba, in una situazione sociale ed economica in cui si registrano carenze ben più importanti.

Il via è stato dato nel capoluogo della provincia di Villa Clara, in particolare nell’ufficio postale Santa Clara 1. Riguarda la spedizione dei pacchi e delle raccomandate per l’interno.

“Di fronte alla mancanza, per cause oggettive, di cartevalori”, la sede locale di Correos ammette di cercare alternative. Parla di una “nuova modalità”, senza appunto il bisogno di utilizzare emissioni. Si può saldare in pesos locali fisici o digitalmente, attraverso le piattaforme Transfermóvil ed Enzona, con l’uso di un codice “Qr”.

Il test nell’ufficio postale cubano Villa Clara 1
Il test nell’ufficio postale cubano Villa Clara 1

È il repertorio “Una montagna di francobolli” nella sua terza edizione, risalente al 1998. Ogni emissione è approfondita negli aspetti storici, sociali, culturali ed economici

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Oltre il catalogo filatelico
Oltre il catalogo filatelico

Un riferimento imprescindibile per quanti vogliono approfondire i francobolli di San Marino, in quanto associa una significativa conoscenza delle cartevalori al contesto storico, sociale, culturale ed economico che vi sta dietro.

È il saggio di Maria Antonietta Bonelli “Una montagna di francobolli”, nella sua terza edizione che risale al 1998. L’azienda Vaccari ne ha reperita una copia, messa in vendita a 12,00 euro. Conta 290 pagine di testo e 116 tavole per le immagini a colori. La sistematica analisi inizia con la prima serie, quella con la cifra o lo stemma dell’1 agosto 1877, e chiude segnalando la PostEurop del 31 marzo 1998. Non mancano gli indici: delle stamperie, delle tematiche e degli argomenti, dei nomi di persona, dei luoghi nazionali.

“Questo -annotava nella presentazione l’artefice- non è un catalogo, né il suo autore ha alcun titolo o alcuna competenza per avere la pretesa di redigerlo. Ed allora le emissioni appaiono in stretto ordine cronologico, anche quando si riferiscono o completano serie già emesse. Insomma si voleva elaborare una storia del francobollo sammarinese e la storia, si sa, va ordinata secondo le date nelle quali i fatti si sono svolti”.


Funzionari postali di diversi Paesi iniziarono a scambiarsi idee che portarono al loro incontro quell’anno a Parigi, gettando le basi per l’Unione

Tra i francobolli di servizio
Tra i francobolli di servizio

Cosa distingue l’Unione postale universale dalle altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite? “È stata unica fin dalla sua creazione nel 1874”, risponde dalla sede -in quest’ultima parte dell’intervista di “Vaccari news”- Diego Avaria.

“Essendo la più antica organizzazione internazionale insieme all’Unione telegrafica internazionale (ora Unione internazionale delle telecomunicazioni), non aveva un modello da seguire. Va notato che le società scientifiche esistevano già nel XIX secolo ed erano gruppi di accademici ed esperti che collaboravano in aree comuni come medicina, fisica, biologia... Si incontravano semi-regolarmente in varie sedi per discutere questi argomenti. Erano esperti nel loro campo, non funzionari governativi; rappresentavano e prendevano parte a queste organizzazioni”.

“Ciò spiega le origini dell’Upu, dove specialisti, funzionari postali di diversi Paesi, iniziarono a scambiarsi idee che portarono alla riunione di Parigi nel 1863 e gettarono le basi per la sua creazione. Come per le società scientifiche, i delegati erano tutti conoscitori del settore. In altre parole, il loro incontro non è stato dettato dai più alti funzionari governativi (capi di Stato, ministri, deputati…), ma è avvenuto il contrario. In effetti, gli ufficiali postali hanno convinto i loro governi dell’importanza di creare l’Upu”.

Come nelle altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite, anche gli Stati sono membri dell’Upu. “Tuttavia, i loro rappresentanti alle riunioni sono stati e continuano a essere per la maggior parte funzionari postali, non diplomatici. E questo distingue tale struttura dalla maggior parte delle altre agenzie”.


L’influenza elvetica

Fin dalle sue origini, quindi, l’Unione è stata un’organizzazione internazionale tecnica, diversa dalle altre. A questo proposito, non è un caso che l’Upu sia stata fondata a Berna, capitale della neutrale Svizzera. I Paesi volevano lasciarsi alle spalle le devastazioni della Guerra franco-prussiana del 1870-1871. Non solo, il Bureau international (cioè il suo segretariato) era composto da dipendenti elvetici e fino al 1967 il direttore generale era un connazionale.

“La Confederazione svizzera ne mantenne la «tutela» fino al 1984. Certamente, tale influenza ha plasmato l’organismo e ha mantenuto l’attenzione sulla natura tecnica. Questa è anche una spiegazione del motivo per cui non aderì alla Società delle Nazioni nel 1920 e perché alcuni dei rappresentanti erano riluttanti all’ingresso dell’Upu nelle Nazioni Unite. Alla fine si unì all’Onu nel 1948, appunto come agenzia specializzata” (fine).

La sede della Dieta svizzera, dove l’Upu venne fondata nel 1874 (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)
La sede della Dieta svizzera, dove l’Upu venne fondata nel 1874 (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)


L’Unione svolge un ruolo consultivo, di mediazione e di collegamento; fornisce assistenza tecnica ove necessario; stabilisce le regole per gli scambi internazionali e formula raccomandazioni

Uno dei francobolli italiani dedicati all’Upu
Uno dei francobolli italiani dedicati all’Upu

Seconda parte dell’intervista per il secolo e mezzo dell’Unione postale universale; con “Vaccari news” c’è Diego Avaria, funzionario della stessa organizzazione.

Com’è oggi l’Upu? “È viva e vegeta!”, commenta l’esperto. “Nel 1874 il Trattato di Berna fondò l’Unione generale delle poste, una piccola organizzazione con -già lo si è detto- ventidue Paesi membri. Ha unificato un complesso labirinto di servizi e regolamenti in un solo territorio postale. Poco dopo, nel 1878, il nome cambiò in quello attuale, riflettendo davvero la sua universalità. Il numero delle adesioni è aumentato nel corso degli anni, poiché la maggior parte dei Paesi desiderava far parte di questa organizzazione di successo”. È sopravvissuta a due guerre mondiali e ad altre crisi planetarie. Attualmente ha raggiunto le centonovantadue partecipazioni.

L’Ufficio internazionale (il Bureau international) “ha iniziato con sei dipendenti, mentre attualmente ne coinvolge duecentocinquanta, provenienti da circa cinquanta Stati. L’Unione è il forum principale per la cooperazione nel settore; aiuta a garantire una rete veramente universale di prodotti e servizi aggiornati. In questo modo, svolge un ruolo consultivo, di mediazione e di collegamento; fornisce assistenza tecnica ove necessario. Stabilisce le regole per gli scambi internazionali e formula raccomandazioni, così da stimolare la crescita nei volumi per il corriere, i pacchi e i servizi finanziari, al tempo stesso migliorando la qualità del supporto per i clienti”.


Al suo interno

La struttura comprende quattro organi: il Congresso, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio delle operazioni postali e il già citato Ufficio internazionale. Supervisiona inoltre le cooperative Telematics and Express mail service (Ems), che seguono la consegna internazionale di posta espresso. In base alla missione dell’Upu, ogni Stato membro accetta gli stessi termini per lo svolgimento delle attività.

La lunga vita e la capacità di adattarsi alle mutevoli circostanze nel corso del tempo “riflettono il successo. Ciò è dovuto alla sua universalità, insieme a caratteristiche uniche: 1) è stata creata da funzionari postali di alto livello, 2) i delegati sono esperti del comparto e 3) il ruolo giocato dall’Ufficio internazionale”. “È passata dal XIX secolo con le lettere al XXI con il commercio elettronico e oltre”.

L’Unione “è stata e continua a essere un modello per le altre organizzazioni internazionali”, poiché resta una realtà tecnica e non politica. “Questo anniversario dovrebbe rappresentare una spinta, evidenziandola come pioniera e modello” (continua).

La struttura attuale dell’Unione postale universale; ha sede a Berna, in Svizzera
La struttura attuale dell’Unione postale universale; ha sede a Berna, in Svizzera

L’Unione postale universale raccontata dal suo interno grazie all’intervista a Diego Avaria, funzionario di quella che ora è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite

Intervistato all’Upu: è Diego Avaria
Intervistato all’Upu: è Diego Avaria

L’Unione postale universale è stata creata il 9 ottobre 1874 e quest’anno festeggia il suo centocinquantesimo anniversario. “Vaccari news” vuole celebrarla anche attraverso questa intervista con Diego Avaria. Funzionario presso lo stesso organismo, ha conseguito un dottorato in Relazioni internazionali con specializzazione in Storia internazionale presso il Graduate institute of international and development studies di Ginevra e un master in Pubblica amministrazione all’École nationale d’administration in Francia. È stato diplomatico e professore; ha scritto e curato saggi, capitoli di libri e articoli sulle relazioni internazionali e di storia.

“L’Upu -ricorda l’interlocutore- è una delle prime organizzazioni internazionali a promuovere la cooperazione e l’integrazione tra i Paesi. Ha aperto la strada a una forma unica di multilateralismo, coinvolgendo esperti postali di tutto il mondo, non diplomatici. Questi conoscevano bene la materia e desideravano soluzioni innovative, interconnesse e interdipendenti. Hanno trasformato problemi apparentemente insormontabili in successi che continuano ancora oggi”.


Modello per nuove organizzazioni

Fondata a Berna, l’Unione divenne un modello per nuove organizzazioni, anche dopo i disastri e il caos della Prima guerra mondiale. A questo proposito, il giornalista Leonard Woolf scrisse nel 1916: “L’Upu, dopo una vita di oltre quarant’anni, rimane il più completo e importante esempio di amministrazione internazionale… avendo con la sua nascita effettuato una rivoluzione”.

La parola “«rivoluzione» è molto appropriata poiché, prima dell’Upu, il sistema postale mondiale era frammentato. Una lettera che partiva da Torino e andava negli Stati Uniti poteva prendere uno qualsiasi di sei percorsi diversi. A seconda dell’itinerario, c’era una differenza di quasi venti volte nelle spese di spedizione. Il calcolo coinvolgeva non solo valute diverse, ma ogni Paese applicava tariffe con sistemi di pesi e misure differenti”.

“In risposta, i delegati di ventidue Stati, inclusa l’Italia, si riunirono nel 1874 ed elaborarono il Trattato di Berna. Ha definito tariffe postali uniformi (25 centesimi con oggetti inferiori a cinquanta grammi) per le lettere spedite all’estero in qualsiasi parte del mondo all’interno di trenta Nazioni firmatarie, concretizzando un unico territorio. Tale scelta è ora un modello unico e di successo per risolvere i problemi in questo mondo che cambia molto velocemente” (continua).

La diffusione dell’Unione agli esordi (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)
La diffusione dell’Unione agli esordi (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)

Quando il personaggio pubblico diventa francobollo tra citazioni e proteste. Oggi, su “Il venerdì” di “Repubblica”, è intervenuto Massimo Giannini

Massimo Giannini comincia dal francobollo
Massimo Giannini comincia dal francobollo

Che il quotidiano “La repubblica” abbia riscoperto i francobolli? È di pochi giorni fa l’intervento di Filippo Ceccarelli, nell’ambito della rubrica “Indizi neurovisivi”, in cui, citando il piano “Mattei” voluto dal Governo, approfondisce la figura dell’imprenditore e mostra il francobollo da 45 centesimi dedicatogli, risalente al 29 aprile 2006.

Oggi il bis, segnalato dal lettore di “Vaccari news” Maurizio Amato. Sempre per “Il venerdì”, è stata la volta di Massimo Giannini che, nel contesto di “Circo massimo”, ha scritto di Giovanni Gentile. Questa volta avendo come spunto proprio l’emissione, peraltro non la prima, registrata il 10 aprile scorso e dedicata al filosofo, la cui memoria resta discussa.

Intanto, non si contano gli interventi, positivi e negativi, riguardanti l’annunciata carta valore per l’imprenditore e politico Silvio Berlusconi (è prevista per il 29 settembre, giorno in cui era nato). C’è pure una petizione avviata da Wikimafia - Libera enciclopedia sulle mafie: attraverso Change.org, si rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo che il tributo non venga concretizzato. In questo momento, vi sono 9.687 firme.



Raffinata e forte
26 Apr 2024 16:31 - FROM ABROAD
Così dalla Fondazione che ne perpetua il nome descrivono Menchu Gal. La pittrice è stata citata in un foglietto di Spagna

“Una delle artiste più raffinate e forti del XX secolo”. Almeno secondo la Fondazione che ne porta il nome; è Menchu Gal (1919-2008).

“Ha prodotto un’opera interessante e vasta, considerata dalla critica e dagli storici come una delle più significative tra quelle realizzate da una pittrice” di Spagna nel corso del Novecento. Come altri, non era sicura del lavoro fino agli ultimi istanti. Con la morte, e in pochi anni, la sua attività cresce, si consolida ed emerge come una fra le più corpose. Paesaggista e ritrattista dell’anima delle terre locali e dei migliori personaggi del tempo, propone un dipinto forte, fauvista, tra il cubista e l’espressionista, ma sempre vitale, fresco e sintetico.

L’introduzione è necessaria per segnalare il foglietto da 5,50 euro emesso da Madrid il 26 marzo. È dedicato alla donna e propone l’olio su tela “Spiaggia di Fuenterrabía”, una località basca.

La “Spiaggia di Fuenterrabía”, lavoro realizzato da Menchu Gal
La “Spiaggia di Fuenterrabía”, lavoro realizzato da Menchu Gal


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